Ravenna, piano del traffico bocciato dai dati della Regione

La Regione ha concluso la prima valutazione del nuovo Piano urbano della mobilità sostenibile 2022--2032 dando diverse indicazioni: 23 in tutto che raccolgono alcune perplessità già rilevate da Arpae, Si parte però dalla presa d’atto di un sostanziale fallimento degli obiettivi per quanto riguarda il piano vigente: in fondo, un conto è mettere sulla carta azioni che vadano in direzione di una mobilità sostenibile, un altro è metterla pratica e un altro ancora misurarne gli effetti.

Gli obiettivi mancati

Sono proprio i dati a bocciare Ravenna sul fronte dello smog e su quello delle auto. Per quanto riguarda l’inquinamento, dice la Regione, nel 2019 «si sono registrati nella centralina di Zalamella (stazione della rete regionale di monitoraggio della qualità dell'aria) 58 giorni in cui si sono sforati i limiti europei di Pm10, 18 giorni in più rispetto al 2016, andando contro gli obiettivi previsti dal piano che prevedevano la riduzione del numero giorni di sforamento e il miglioramento della qualità dell’aria». Non è andato meglio il fronte della riduzione del parco auto circolante sul territorio: «Il tasso di motorizzazione – osserva la Regione – è in continuo e notevole aumento passando da 660 vetture ogni mille abitanti nel 2016 a 709 nel 2020, valore nettamente superiore ai dati medi registrati nella provincia, la regione e il valore medio nazionale; tale dato rileva il mancato raggiungimento dell’obiettivo previsto dal Pums che guarda alla riduzione del tasso di motorizzazione». Del resto, scrive poco sopra la Regione, solo il 44% degli obiettivi del piano vigente sono stati raggiunti. Per quanto riguarda la sicurezza stradale «non si evincono a livello complessivo evidenti scostamenti rispetto al quadro rilevato nel 2016». I consumi di carburanti, infine: «Sono risultati incrementi in valore assoluto per i consumi di benzina, gasolio e gpl, più marcati nel triennio 2017 – 2019 e in controtendenza rispetto alla situazione regionale e nazionale». I ravennati, insomma, usano l’auto più di prima. Non stupisce dunque che la Regione segnali come primo elemento ad affrontare queste criticità ancora irrisolte e di valutare la «coerenza tra azione e obiettivo» del Pums vigente. Suona come un invito, peraltro sottolineato nel testo, a cambiare rotta su alcuni fronti.

«Più controlli»

Le raccomandazioni che arrivano da Bologna sono molte e una buona parte riguarda proprio la necessità di tenere sotto controllo i parametri per capire come sta andando il Pums: «È utile – dice l’ente regionale – individuare gli indicatori per il monitoraggio della efficacia delle medesime azioni, rispetto al raggiungimento degli obiettivi posti dal piano, rispetto ad un arco temporale definito e introducendo target periodici di verifica dell’andamento dell’indicatore». Si raccomanda di avere «particolare cura» del prosieguo del percorso partecipativo e nella stesura della “sintesi non tecnica” nella quale «dovranno essere evidenziate, in linguaggio accessibile e in formato comunicativo, le motivazioni delle scelte contenute nel Pums, alla luce delle alternative considerate, nonché elencati gli effetti attesi, sia positivi che negativi». Al Comune viene raccomandato di aggiornare il monitoraggio del Pums vigente con i dati del 2020 e del 2021.

«Coerenza con il Pair»

C’è, poi, un altro aspetto importante rappresentato da un altro strumento di pianificazione: il Pair 2020, ovvero il piano regionale che mira al miglioramento della qualità dell’aria. Si chiede ai tecnici di Palazzo Merlato di aggiornare gli obiettivi in funzione degli obiettivi specifici contenuti in questo strumento e «l’eventuale non raggiungimento dei target previsti dovrà portare all’individuazione di misure specifiche ed urgenti». Anche perché «il mancato recepimento degli indirizzi e delle direttive previste dal Pair 2020 per i piani e i programmi, sarà evidenziato nel parere motivato di valutazione ambientale».

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