Ravenna, petizione contro l'urbanizzazione del quartiere ex Anic

Ravenna

Avviata una petizione contro la lottizzazione nel quartiere San Giuseppe.

La mobilitazione

All’indomani del via libera della Provincia all’ampliamento dell’area tra via Sant’Alberto e via dell’Agricoltura e del primo lotto del Pua “Agraria”, Vivi Ravenna Verde ha fatto partire una raccolta firme per chiedere alle istituzioni di fermare «il progetto e il consumo di suolo. Con oltre 2mila immobili in vendita in città e quasi 7.500 se si considera il forese secondo quanto risulta dall’analisi realizzata dalle agenzie immobiliari, non vi è infatti necessità di ulteriore cemento in una realtà che sta pagando il prezzo di scelte urbanistiche dannose e obsolete».

Il progetto

Nel mirino dell’associazione, il piano che prevede l’urbanizzazione di un’ampia porzione dell’area nord della città per la realizzazione di 230 alloggi, 2 strutture commerciali e una nuova piscina.

Un progetto nell’area nota anche come Quartiere Anic inserito nel piano urbanistico che ne prevede altri due, nella zona di via Romea e già al centro delle critiche dell’Itas Agraria e di Legambiente che avevano presentato osservazioni relative alla sosta dei mezzi di trasporto e alla creazione di pensiline per la fermata nel primo caso e a una serie di aspetti legati alle valutazioni di sostenibilità la seconda. Alle perplessità già espresse si aggiunge quindi la nuova petizione – che ha raccolto finora 150 adesioni – indetta per invitare l’Amministrazione a un «cambio» di visione nell’ambito delle «politiche urbanistiche».

L’appello è a percorrere la via dello stop «al consumo di suolo» puntando «sulla ristrutturazione e la riqualificazione dei quartieri esistenti». Per i firmatari «servono più servizi e non certo più cemento in una città che è al terzo posto in Italia per consumo di suolo, con 1.753 mq di verde persi ogni giorno secondo il rapporto Ispra 2020 e una percentuale di suolo urbanizzato nel Comune al 10.58%. Ravenna inoltre è tra le realtà più inquinate e tra le prime cento in Europa per il tasso di mortalità da polveri sottili secondo lo studio dell’Università di Utrecht, Global health institute di Barcellona e Tropical and public health institute svizzero».

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