Ravenna, pescatore di valle preso di mira. Auto vandalizzata

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Un mese fa la rottura del finestrino anteriore. Nei giorni scorso un altro brutto episodio, più grave. Se la prima volta aveva pensato ad un atto vandalico di qualcuno di passaggio, la reiterazione dell’accaduto ha spinto Giuseppe Montanari, storico pescatore delle valli ravennati, a pensare di essere preso di mira. Il primo fatto risale a marzo: Montanari aveva parcheggiato la sua automobile a Marina Romea, nei pressi della pialassa Baiona dove da sempre il pescatore esercita la sua professione. Al ritorno la brutta sorpresa: il finestrino posteriore della macchina era in frantumi. Il pescatore non ci ha dato troppo peso ma qualche giorno fa si è trovato un danno più grave: «Mi hanno aperto l’auto – racconta – rubandomi parte del pescato che avevo lasciato momentaneamente lì. Un ragazzo, che pesca insieme a me, aveva lasciato in auto la batteria della sua bicicletta elettrica e hanno rubato anche quella». Il furto, paradossalmente, è la parte che preoccupa meno l’anziano pescatore: «Mi hanno rotto i tergicristalli e lo spechietto retrovisore. Questi dispetti mi preoccupano di più perché a questo punto penso di essere stato preso di mira». La voce si è sparsa velocemente tra i pescatori e «ho ricevuto tanti messaggi di solidarietà che mi hanno fatto molto piacere». Montanari è il portavoce storico dei pescatori e si batte da sempre per una pesca non invasiva in valle che permetta il sostentamento delle famiglie senza rovinare l’ambiente. E’ la prima volta che viene preso di mira, per questo l’amarezza è tanta: «Forse qualcuno ha travisato il mio impegno per la valle e pensa che io abbia fatto qualche “soffiata” su chi utilizza le turbosoffianti. Non è così, oltretutto visto quanto accaduto in passato sarebbe controproducente». Il pescatore si riferisce ai furti e agli atti vandalici avvenuti in passato ai danni dei pescatori regolari, senza evidenti vantaggi sullo stop alla pesca abusiva.

Furti nel foreseidentificati tre sospettati

I carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo hanno tenuto d’occhio a Godo tre persone sospette viste aggirarsi nei pressi di un casolare nelle adiacenze di una tenuta nobiliare. Nonostante il rocambolesco tentativo di fuga da parte di due di essi per sottrarsi al controllo, i militari, supportati anche dai colleghi della locale Stazione, sono riusciti a identificarli. I primi accertamenti sul posto hanno consentito di rinvenire alcuni grammi di cocaina addosso a uno di loro; i successivi approfondimenti sull’identità dei soggetti (tutti di nazionalità albanese, già noti e irregolari sul territorio) hanno portato all’arresto di un 40enne, poiché era rientrato in Italia sotto falso nome dopo una precedente espulsione. Denunciati in stato di libertà gli altri due, di 25 e 27 anni. Due dei tre sono stati accompagnati a Bari per l’espulsione, arrestato il terzo.

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