Ravenna, Patuelli e la lezione di Dante: "Lo spregio delle leggi favorisce l'insorgere di regimi tirannici"

Intervenendo a Ravenna al Dantedì, nella storica Sala Dantesca della Biblioteca Classense, Antonio Patuelli, presidente dell’ABI e della Cassa di Ravenna Spa, ha rilevato che" il diritto e la giustizia sono i principali oggetti delle narrazioni dantesche nella Divina Commedia, che è tutta ordinata da regole. Il Poeta ha utilizzato i precetti evangelici, il diritto romano classico, facendo riferimento agli studi bolognesi di Accursio, il diritto medioevale e quello canonico dell’epoca, in un quadro di raffinata cultura teologica, inserendo nei suoi scritti molti aspetti fortemente innovativi e principi ancora attuali".
Giuseppe Morbidelli nota che in Dante è continuamente ribadito il convincimento che la pacifica convivenza, il non sopruso e la libertà richiedono regole giuridiche che disciplinino le varie istituzioni e i rapporti con e fra gli individui. "Dante fu anche un giurista utilizzando le esperienze che ebbe nel governo di Firenze e le sue successive traversie giudiziarie. L’ideale del Poeta era quello di assicurare pace e giustizia in terra attraverso il diritto e la giustizia, combattendo le forme di potere non limitate dal diritto e le ingiustizie".