Ravenna, nuovo ricorso sulla riqualificazione degli stradelli

RAVENNA Il progetto degli stradelli retrodunali sembra ormai finito in una sorta di gioco dell’oca burocratico. Il mese scorso il Comune di Ravenna aveva riassegnato alla prima azienda aggiudicataria i lavori riguardanti lo stralcio degli stradelli tra Marina e Punta. Si tratta del primo lotto, i cui lavori dovrebbero in teoria partire dopo la prossima stagione turistica.

Questo stralcio era stato dapprima assegnato ad un’azienda siciliana ma poi – a causa di una segnalazione dall’Inps di Catania su presunte irregolarità contributive della stessa – l’appalto era andato alla seconda classificata. Ne era nato un ricorso al Tar dell’azienda vincitrice. Ricorso che non ha avuto seguito perché l’istituto pensionistico siciliano aveva rettificato la propria posizione e il Comune aveva dovuto così ripristinare, non senza manifestare il disappunto nei confronti dell’Inps per il tempo perso, la graduatoria originaria. L’intera procedura aveva richiesto cinque mesi e si era conclusa nel marzo scorso. Ora il consorzio secondo classificato, a cui erano stati assegnati i lavori, ha fatto a sua volta ricorso al Tar dell’Emilia-Romagna. Si chiede in particolare la sospensiva e l’annullamento dell’atto che ripristinava la graduatoria e un risarcimento danni. Il ricorso è datato 12 aprile.

Una nuova grana burocratica nell’accidentato percorso di riqualificazione degli stradelli retrodunali. L’auspicio di Palazzo Merlato è la soluzione del contenzioso in tempo utile per il prossimo autunno. Il primo stralcio prevede un investimento di 6,1 milioni id euro. La riqualificazione era uno dei cardini del programma di mandato di Michele de Pascale e l’amministrazione sperava di vedere realizzato almeno il primo tratto già nella stagione che sta per cominciare. Tra i cambiamenti principali c’è il divieto di transito alle auto e una riqualificazione anche ambientale in una zona in cui, come si legge nella presentazione del progetto, «si rileva spesso accumulo di materiali, parcheggio disordinato, mancanza di illuminazione appropriata, rischio allagamenti, perdita di identità. Si interviene sulla ricomposizione dei sistemi dunali e sulla gestione straordinaria delle aree boscate e pinetate».

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