A Ravenna 30 nuove case popolari e 82 alloggi rinnovati in arrivo

Ravenna

RAVENNA. Trenta nuove case popolari e altri 82 alloggi rinnovati, con un programma di integrazione tra i residenti dato da nuove aree verde, attività, spazi comuni rinnovati.
È il progetto che il Comune di Ravenna presenterà alla Regione per chiedere un finanziamento di 5,5 milioni di euro. Dal Municipio saranno stanziati 1,96 milioni di euro per un intervento dal valore complessivo di 7,46 milioni. Sono tre in tutto gli edifici oggetto del progetto, tutti in zona San Biagio Nord: due si trovano in via Dorese, un terzo in via Cicognani 15.

Gli interventi

Proprio in quest’ultimo complesso, fino al 2010 utilizzato come comunità di alloggi per malati psichiatrici dall’Ausl, sarà costruita la maggior parte degli appartamenti. Allo stato attuale l’edificio è vuoto ed è caratterizzato da un degrado diffuso che – scrivono i tecnici di Acer e Comune che hanno stilato il piano «ne rende difficile il recupero tramite la sola riqualificazione». Se ne suggerisce quindi la demolizione e la ricostruzione completa. Saranno realizzati 23 alloggi con una superficie compresa tra i 47 e i 95 metri quadri. Al piano terra saranno posizionati gli spazi collettivi ad uso socio-ricreativo che si estenderanno su 200 metri quadri. Il palazzo è risalente agli anni Settanta ed è stato progettato dall’architetto Vittorio Bini, destinato inizialmente ad alloggi per anziani integrati a servizi di comunità.
All’intervento su via Cicognani si aggiungono quelli sugli edifici di via Dorese, nei palazzi situati ai civici 73 e 75 che risalgono invece a metà anni Ottanta. Il primo ha 40 alloggi Erp: abitato, presenta «elemento di degrado diffuso» e il suo «aspetto fatiscente contribuisce all’atmosfera di abbandono della zona e determina nei residenti sentimenti di disagio e disaffezione», come fa notare la relazione. Il numero di appartamenti rimarrà lo stesso (sono 40 in tutto) ma otto di essi passeranno da due a tre camere grazie ad una ridistribuzione degli spazi.

Il palazzo al civico 75, acquistato dal Comune nel 1984, si sviluppa su 9 piani e ha 42 abitazioni. Esternamente si presenta meglio, ma ha comunque carenze dovute all’usura del tempo. Nel condominio ci sono 14 unità che nascevano come stanze collegate al centro sociale del fabbricato e non sono più utilizzabili come alloggi perché inferiori allo standard minimo di abitabilità. In questo edificio – rilevano i tecnici – ci sono stati in passato anche problemi che hanno comportato «numerosi interventi da parte delle forze dell’ordine, del servizio di mediazione sociale Acer e del servizio sociale del Comune».
Un problema che potrebbe derivare proprio dalla tipologia di abitazioni, molto piccole, che porta a collocare nel fabbricato persone sole, spesso in difficoltà economica e sociale. Il recupero delle 14 unità al momento non utilizzabili permetterà la realizzazione di sette monolocali. Saranno inoltre ridistribuiti gli spazi, ampliando le altre 42 unità.

Entrambi i palazzi di via Dorese saranno riqualificati dal punto di vista energetico e gli spazi esterni saranno sistemati. Il progetto è però caratterizzato anche da un programma di sviluppo di inclusione.
«La realizzazione dei nuovi alloggi e la rimodulazione di parte di quelli esistenti permetterà di creare il mix sociale che al momento manca ed è tra le cause principali della difficoltà della convivenza tra i residenti». Acer punta sull’arrivo di «nuclei familiari più strutturati» per migliorare il coinvolgimento dei residenti attraverso una serie di iniziative partecipative» e «l’attivazione di un’esperienza innovativa di vicinato solidale».

Gli obiettivi

L’obiettivo è dunque quello di promuovere la collaborazione dei residenti, anche attraverso l’individuazione di una famiglia tutor che avrà il compito di svolgere attività di supporto nella gestione della quotidianità e di incentivo al mutuo aiuto nei confronti degli altri nuclei residenti. Le attività possono essere sviluppate in nuovi spazi comuni e aree verdi aperte a varie attività sociali (corsi di giardinaggio, orti, lavoratori didattici). Un locale comune sarà destinato a lavanderia-stenditoio. Percorsi partecipati, spazi comuni e un recupero delle aree esterne completano il progetto che è già passato al vaglio della giunta e viene presentato alla Regione nell’ambito del programma Piers (Programma integrato di edilizia residenziale sociale). Ipotizzando di ottenere il finanziamento entro l’anno, il progetto potrebbe essere attuato in cinque anni, con la fine dei lavori prevista nel 2025.

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