Ravenna, nuova mensa e un emporio per i poveri. Anche "partite iva" alla Caritas

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La crisi legata pandemia fa aumentare a dismisura il bisogno e la Caritas corre ai ripari: fra la fine del 2021 e l’anno prossimo sorgeranno a Ravenna una nuova mensa per i poveri e un emporio dove gli indigenti potranno fare la spesa gratis. Dopo anni di calo nel numero di richieste di aiuto e di pacchi viveri, il 2020 segna un aumento deciso di tutti gli indici di povertà sul territorio. Sono state 4.682 persone che hanno chiesto aiuto: il 45% sono italiani. Per questo lo sforzo della struttura di volontariato legata alla Diocesi ha cercato di “cambiare pelle” rimanendo capillare nonostante la pandemia e, contemporaneamente, ha preparato una serie di interventi strutturali perché strutturale appare anche l’incremento delle necessità. Lo esplicita a chiare lettere don Alain Gonzalez Valdes, che è il delegato arcivescovile per la Caritas, precisando come «fortunatamente il virus non ha intaccato la generosità dei ravennati». Daniela Biondi però, vicedirettrice della Caritas, ha spiegato come abbia cambiato fisionomia l’utente medio che si rivolge alle strutture di mutuo soccorso: «Abbiamo visto segnalare il proprio bisogno persone che lavoravano, ma con contratti atipici, precari, dipendenti irregolari nell’economia sommersa – denuncia la Biondi –. Parallelamente anche lavoratori autonomi si sono avvicinati a noi per ricevere sostegno». Da questo punto di vista una storia ha colpito la coordinatrice del centro di ascolto di Piazza Duomo: «Un giovane imprenditore doveva avviare la propria impresa nel marzo in cui è scoppiata la pandemia. Da contributore assiduo nel contrasto alla povertà si è trovato a dover chiedere lui aiuto». Situazioni testimoniate anche da Silvia Masotti, coordinatrice delle Caritas parrocchiali, che ha relazionato sulla crescita dei presidi sul territorio che diventano «20 dai precendenti 16, ma anche in quelle parrocchie dove non siamo presenti con una struttura, il volontariato non manca – sottolinea –. E il coordinamento con le altre realtà, fuori dalla Caritas, impegnate sulla solidarietà è sempre più intenso. Durante la pandemia poi i centri di ascolto si sono spostati nei giardini, hanno cambiato le proprie prassi in un esercizio di fantasia della carità». E quando «abbiamo dovuto proteggere i volontari più anziani – aggiunge don Gonzalez – si sono aggiunti tanti giovani. Questo incoraggia moltissimo». Un contesto che ha indotto la Diocesi a cercare di produrre uno sforzo maggiore ed è stato l’arcivescovo, Lorenzo Ghizzoni, ad annunciare «la nascita, finiti i lavori di ristrutturazione nello stabile che la Caritas nazionale ha acquistato in via Narsete e che noi stiamo risistemando, di un emporio per i poveri. Mentre a Santa Teresa, con un progetto sempre sostenuto dalla Caritas, nascerà una ulteriore mensa per i bisognosi». Don Gonzalez ha poi dettagliato, spiegando che «l’emporio funzionerà con l’accesso di una tessera a punti, il cui ammontare per il bisognoso verrà deciso dai centri per l’ascolto in coordinamento con i servizi sociali – specifica il direttore della Caritas –. I poveri quindi potranno fare la spesa, ma non pagheranno. Peraltro avremo così a disposizione un ampio magazzino che renderà meglio gestibili e più coordinati gli acquisti che faremo per sostenere la nostra opera».

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