Ravenna, nei primi 6 mesi del 2021 un bilancio di 617 incidenti e 15 vittime: il 40% erano ciclisti

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L’Osservatorio Incidenti Stradali del servizio Statistica della Provincia di Ravenna ha pubblicato il rapporto sugli incidenti stradali nel territorio provinciale relativo al primo semestre 2021. I dati provvisori sono stati diffusi in base all’articolo 11 del Protocollo di intesa per il coordinamento delle attività inerenti la rilevazione statistica sull’incidentalità stradale, nell’ambito del Progetto MIStER Emilia-Romagna a cui aderisce la Provincia di Ravenna.

Occorre premettere che, date le misure di contenimento al Covid-19 messe in campo nel 2020 e la conseguente diminuzione della circolazione in strada, si è registrato, nello stesso periodo del 2021, un inevitabile aumento del numero di incidenti stradali con lesioni a persone (+22,4%), feriti (+27,6%) e vittime entro il trentesimo giorno (+25%).

I numeri: 617 incidenti, 791 feriti e 15 vittime

Nel primo semestre 2021 si sono registrati  617 incidenti, con  791 feriti. Sono state  15 le vittime della strada. Rispetto alla media registrata nel 2017-2019, periodo che non ha risentito degli effetti del lockdown, tutti gli aggregati dell’incidentalità stradale risultano in calo: incidenti stradali -18%, feriti -22%, vittime della strada -25%.

Nell’analisi della mortalità, il 40% delle vittime della strada era in bicicletta, in bici elettrica o in monopattino, il 26,7% in autovettura, il 20% a piedi. Se si analizzano i dati del 2017-2019 invece la maggior parte delle vittime era in auto, di seguito in motociclo, mentre l’11,7% era rappresentato dalle morti in velocipede. La pandemia ha spinto molti utenti della strada a muoversi con mezzi propri, spesso green e sostenibili: l’uso della bicicletta acquisisce un’importanza particolare, perché consentendo il distanziamento naturale, è possibile usufruirne sia per fare sport, che per spostamenti necessari. Dal 2020 gli incentivi governativi per l’acquisto di monopattini e biciclette elettriche ne hanno favorito la diffusione, aumentandone la presenza sulle strade. Si rileva inoltre una maggior diffusa circolazione di rider, soprattutto sulle strade urbane, impiegati nelle consegne a domicilio per i servizi di ristorazione.

A parità di numero di incidenti le strade extraurbane rimangono le più pericolose: gli indici di mortalità (morti in incidente stradale rispetto agli incidenti per cento), nonché di lesività (feriti in incidente stradale rispetto agli incidenti stradali per cento) rimangono più alti in questo ambito stradale, sebbene il maggior numero di incidenti stradali si verifichi su strade urbane.

Giugno il mese nero

Giugno rimane, già dal 2010,  il mese con maggior incidentalità. Si registra un importante calo dei sinistri stradali nei giorni di quarantena, con una forte ripresa del numero di incidenti a partire dall’inizio della cosiddetta riapertura. Rimane  il sabato il giorno “nero” per numero di incidenti (98 pari al 15,9% del totale) e  per numero di feriti (106 pari al 16,3%). Viste le limitazioni imposte alla circolazione, il più alto  indice di mortalità (morti ogni 100 incidenti) non si concentra nel weekend come per il triennio 2017-2019, ma si registra  il martedì (pari al 26,7% delle morti stradali).

Nonostante le misure di contenimento del traffico, il picco più elevato di incidentalità durante l’arco della giornata si riconferma intorno alle 18 (60 incidenti, pari al 9,7% e 83 feriti pari al 10,5%), quando all’incremento del traffico per gli spostamenti lavoro-casa si possono aggiungere fattori psico-sociali come lo stress e la stanchezza, unitamente alle difficoltà di percezione visiva dovute alla riduzione della luce naturale. Gli incidenti mortali sono più numerosi nel pomeriggio, ma anche con le misure di contenimento del traffico, l’indice di mortalità è più alto nelle ore notturne (0-6:30 6 decessi ogni 100 incidenti).

Tra le nature più frequenti si confermano lo scontro frontale-laterale (36,5%), il tamponamento (17,5%), lo scontro laterale (11%) e la fuoriuscita (13,3%).

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