Ravenna, morì dopo il tampone. Cade accusa di omicidio per i medici

Cervia

Era morto il giorno dopo avere fatto il tampone a domicilio richiesto dal proprio medico di base per sapere se la tosse secca che lamentava da una settimana e la febbre comparsa nell’ultimo periodo potevano essere i sintomi del Covid-19. Non lo avevano ricoverato né sottoposto a cure specifiche. Per questo, dopo il decesso dell’uomo – un ultrasettantenne scomparso il 6 novembre 2020 a Ferrara – erano state indagate per omicidio colposo due dottoresse: una 61enne ferrarese che aveva in cura l’anziano e una 32enne di Cervia, medico della locale azienda sanitaria che aveva effettuato il tampone. Le accuse nei confronti di entrambe sono cadute con l’archiviazione da parte del giudice per le indagini preliminari Vartan Giacomelli. Nel rigettare la richiesta di ulteriori indagini presentata dai familiari del defunto, il gip ha menzionato le recenti modifiche alla normativa, che hanno allentato le maglie della responsabilità penale degli operatori sanitari: ora – così ha ricordato il magistrato nel decreto – decessi o lesioni legati all’emergenza sanitaria sono punibili solo in caso di colpa grave.

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