Alluvione Emilia-Romagna, come aiutare

VolontariatoInformazioni utili per fare volontariato suddivise per località:Bologna Area Metropolitana:https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfiEeIGSpfooB-cAJIaoI-K_aAp9W_wwhwKzFwL8EyTT5mIVw/viewformCesena:https://www.volontarisos.it/user/index.phpCervia:https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSclceKT5KSnooMwYLyMyQO7mh080nIniirSc4ALJwU798FkCQ/viewformoppure chiamare al numero 3425211536 dalle ore 9.00 alle 18.30.Ravenna:Inviare un’email a vogliodareunamano@comune.ra.it lasciando nome, cognome, recapito telefonico e indicando quale tipo di aiuto puoi offrire.Imola:https://www.comune.imola.bo.it/argomenti/sicurezza-e-protezione-civile/emergenza-maltempo/come-aiutareForlì:Chiamare al numero 0543 712301...

Alluvione Emilia-Romagna, come aiutare

VolontariatoInformazioni utili per fare volontariato suddivise per località:Bologna Area Metropolitana:https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfiEeIGSpfooB-cAJIaoI-K_aAp9W_wwhwKzFwL8EyTT5mIVw/viewformCesena:https://www.volontarisos.it/user/index.phpCervia:https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSclceKT5KSnooMwYLyMyQO7mh080nIniirSc4ALJwU798FkCQ/viewformoppure chiamare al numero 3425211536 dalle ore 9.00 alle 18.30.Ravenna:Inviare un’email a vogliodareunamano@comune.ra.it lasciando nome, cognome, recapito telefonico e indicando quale tipo di aiuto puoi offrire.Imola:https://www.comune.imola.bo.it/argomenti/sicurezza-e-protezione-civile/emergenza-maltempo/come-aiutareForlì:Chiamare al numero 0543 712301...

Ravenna, Montecchi dirige Stravinskij, favola per adulti e bambini

Martedì 15 novembre va in scena al teatro Alighieri lo spettacolo del Teatro Gioco Vita “L’uccello di fuoco”, su musica di Igor Stravinskij, per la regia di Fabrizio Montecchi con l’Orchestra Arcangelo Corelli diretta da Jacopo Rivani; in scena Denis Azhar Azari e Tiziano Ferrari; figure di Enrico Baj. Una favola per adulti e bambini, che Stravinskij mise in musica nel 1909 per il balletto di Mikhail Fokine e i Ballets Russes.

Il Teatro Gioco Vita ha portato in scena questo spettacolo nel 1994 in un intreccio di musica, danza e teatro d’ombre: oggi riprende l’allestimento con la musica dal vivo affidata all’Orchestra Corelli.

Fabrizio Montecchi, qual è la storia de “L’uccello di fuoco”?

«La prima versione di questo spettacolo è del 1994: uno egli spettacoli più importanti di Teatro Gioco Vita, che ha girato il mondo e ci ha fatto conoscere. Poi ha avuto una seconda ripresa nel 2004 e nel 2016 l’Auditorium della musica e l’Orchestra Nazionale di Lione ci hanno chiesto di farlo con orchestra. Dunque è nata l’idea di riprenderlo e di rimetterlo in scena e anche questo spettacolo a Ravenna si inserisce in quella linea. È uno spettacolo che fin dall’inizio ha avuto la caratteristica non solo di essere uno spettacolo esclusivamente musicale quando invece nel teatro d’ombre ci sono storie e testi, poi anche di fondere in parte la danza dentro il linguaggio del teatro d’ombre. Diciamo che sono questi tre elementi, musica, ombre e danza, che costituiscono il cuore dello spettacolo».

È uno spettacolo per tutti, adulti e bambini?

«Certo. Infatti utilizziamo la partitura integrale scritta da Stravinskij per i Balletti Russi e quindi uno spettacolo totalmente per adulti. Ma è uno spettacolo che, da come è nato, ha sempre avuto il grande vantaggio di potersi rivolgere a tutti. Nella versione originale, nella storia ideata da Fokine e da Stravinskij, è una fiaba leggerissima, una storia molto semplice, ma quello che è interessante è la complessità delle scelte musicali e di messa in scena. Richiede comunque un lavoro di interpretazione, essendo tre linguaggi tutti abbastanza astratti per loro natura. Musica, ombre e danza che lasciano tanto spazio all’immaginazione nell’interpretazione, nonostante la storia si fondi su pochi elementi».

Qual è il contributo del teatro d’ombre allo spettacolo?

«Quello che è potente ne “L’uccello di fuoco” di Stravinskij è che c’è una dimensione espressiva musicale fortissima e nello stesso tempo c’è una musica anche che si presta alla narrazione. Dunque è come se ci fossero due piani, quello della danza e quello delle ombre ed entrambi intrecciano il racconto della storia. La figuratività dell’ombra si presta molto bene alla dimensione narrativa: c’è un piano che, attraverso le ombre, potenzia l’aspetto narrativo che è contenuto nella musica e dialoga con la danza».

Qual è il rapporto con le opere di Enrico Baj?

«È potente. Fin dall’inizio l’immagine dello spettacolo è stata legata ai mostri dell’Apocalisse di Enrico Baj. Noi, suggestionati da quel tipo di lavoro, gli abbiamo proposto una collaborazione e lui ci ha permesso di attingere a tutto il suo repertorio “mostruoso” dell’Apocalisse e in più ha fatto qualche disegno che mancava per integrare. È come se fin dall’inizio il suo mondo avesse suggerito un immaginario al quale attingere, che si è subito sovrapposto al nostro fino a diventare il mondo figurativo dello spettacolo: è un segno che ha condizionato tutto il lavoro di messa in scena e di ombra».

Commenti

Lascia un commento

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui