Ravenna: Massimo Pulini oggi alla Classense in dialogo su tempo e spazio

Cultura

Giovedì 9 giugno alle 18 nel chiostro della Biblioteca Classense di Ravenna l'artista e storico dell'arte Massimo Pulini in conversazione con Pierdomenico Memeo sui temi connessi a tempo e spazio in occasione della prima presentazione del catalogo Siderale. Memeo è astrofisico e divulgatore bolognese. Tempo e spazio sono elementi centrali della grande installazione pittorica che ha accompagnato la stagione primaverile, in dialogo con il prezioso mosaico pavimentale del VI secolo d.c. ospitato nella Sala del Mosaico.

L’ingresso all’incontro è libero. Dopo gli ultimi interventi artistici realizzati da Piero Pizzi Cannella, Nicola Verlato, Nicola Samorì, Alessandro Pessoli e di Massimo Pulini, il ciclo “Ascoltare bellezza” dal prossimo 21 giugno, in occasione del solstizio d’estate, ospiterà un altro interessante pittore contemporaneo. Maurizio Donzelli, protagonista di un nuovo omaggio alla città ravennate, denominato Fragments.

L'iniziativa è promossa da Istituzione Biblioteca Classense, assessorato alla Cultura del Comune di Ravenna e Mar.

Massimo Pulini (Cesena, 1958), pittore, scrittore e storico dell’arte, titolare della cattedra di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Da più di tre decenni svolge un’intensa attività artistica, che lo ha portato ad allestire mostre personali in importanti musei italiani ed europei. Le più ampie monografiche sono state realizzate al Museo di Villa Adriana a Tivoli (1997), alle Saline Royale di Besançon (1997), alla Galleria Nazionale di Parma (1999) e all’Istituto italiano di Cultura di Londra (2004). Con una propria quadreria è stato presente alla rassegna Novecento italiano tenutasi presso le Scuderie Papali del Quirinale, a cura di Maurizio Calvesi.

LA SALA DEL MOSAICO
Nella grande sala al primo piano del complesso Classense si conserva il mosaico pavimentale qui collocato alla fine dell'Ottocento, quando questo spazio faceva parte della Pinacoteca dell'Accademia di Belle Arti, allora situata in via Baccarini. Il mosaico si compone di tre pannelli con decorazioni differenti e fu rinvenuto nel 1875 nell'area di Classe, nelle vicinanze dalla Basilica di Sant'Apollinare in Classe. L'ipotesi più probabile, allo stato attuale degli studi, assegna il pavimento alla Basilica Beati Probi, grandioso edificio religioso dedicato ad uno dei primi vescovi di Ravenna. Dopo il ritrovamento, i mosaici vennero composti in questo ambiente tra il 1889 e il 1890 sotto la direzione di Gaetano Savini (1850-1917), pittore, decoratore e docente dell'Accademia di Belle Arti; nel corso del Novecento porzioni del pavimento furono restaurate e parzialmente ricomposte. Il mosaico, che la critica attribuisce a maestri di origine orientale, è considerato il più elegante mosaico pavimentale ritrovato in area ravennate.

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