Ravenna, lo minaccia con la pistola: "Dammi i soldi o ti strappo le budella"

Al bar con una pistola, avrebbe minacciato il titolare: secondo l’accusa lo avrebbe fatto per recuperare un credito vantato dalla ex compagna. Per la difesa, invece, lo avrebbe fatto come una specie di «autodifesa», sentendosi a sua volta minacciato. Versioni diverse, che spostano il fulcro delle contestazioni su binari diversi. Il primo, quello di un’estorsione bella e buona tentata il 17 febbraio del 2015 a Ravenna, è costato la condanna a 3 anni e 750 euro di multa a Seit Lushi, albanese di 32 anni. Ieri il collegio penale composto dal presidente Cecilia Calandra e dai giudici Federica Lipovscek e Cristiano Coiro, lo ha ritenuto colpevole, condannandolo anche al pagamento delle spese processuali e al risarcimento di 5mila euro per la parte civile. Vittima, appunto, un ristoratore ravennate. Secondo quanto denunciato all’epoca, il 32enne avrebbe impugnato una pistola intimandolo a consegnare i soldi a suo dire dovuti alla sua compagna, da lui licenziata, alludendo anche a una presunta affiliazione malavitosa, lasciata intendere con la frase, “tu non sai a chi appartengo io. Chi sono. Cosa faccio”, per poi continuare, “ti strappo le budella”. Condotte che ieri avevano portato il sostituto procuratore Monica Gargiulo a chiedere la condanna a 4 anni. L’imputato, assistito dall’avvocato Nicola Casadio, ha invece sostenuto tutt’altra storia. Quella mattina si sarebbe incontrato a colazione con la ex, per poi essere avvicinato dal gestore, il quale, con la scusa di un grosso affare lavorativo, avrebbe carpito il suo numero di telefono. La sera stessa lo avrebbe poi contattato per minacciarlo, intimandogli di convincere la sua ex compagna a ritirare la denuncia sporta ai sindacati per le condizioni di lavoro nel locale da lui gestito. A quel punto, secondo la difesa, l’imputato avrebbe reagito «da buon albanese: sentendosi minacciato ha deciso di rivalersi con una pistola giocattolo priva di tappo rosso, sempre tenuta nella cinta, come una sorta di autodifesa o di stato di necessità». Per questo ieri aveva chiesto la riqualificazione del reato in minaccia aggravata. FED.S.

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