Ravenna, lavorava 190 ore al mese per uno stipendio di 300 euro

RAVENNA. Alcuni lavoravano in nero; altri con orari molto più estesi rispetto a quanto figurava nei contratti. Il gestore di un locale di Milano Marittima è finito nei guai dopo i controlli – nell’ambito dell’azione di contrasto allo sfruttamento della manodopera irregolare – delle Fiamme Gialle del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Ravenna.
I finanzieri hanno individuato sei lavoratori impiegati totalmente “in nero” e altri quattro addetti i cui effettivi orari di lavoro non rispecchiavano i relativi contratti di assunzione.
Sanzioni e contributi
Al gestore dell’attività è stata quindi contestata una maxi-sanzione amministrativa – per un importo di circa 30.000 euro – alla quale si aggiunge la diffida alla regolarizzazione del Libro Unico del Lavoro.Inoltre – per quanto riguarda l’omesso versamento dei contributi dovuti in ragione delle retribuzioni corrisposte in nero – è stata interessata la direzione dell’Inps per l’applicazione delle relative sanzioni.
Le condizioni di lavoro
Per i quattro dipendenti irregolarmente impiegati, gli accertamenti hanno consentito di appurare come gli stessi svolgessero orari lavorativi superiori rispetto a quanto previsto nei rispettivi contratti di assunzione e di quanto indicato nelle relative buste paga.In particolare, per un lavoratore originario del Bangladesh, a fronte di un contratto part-time per 8 ore settimanali, è stato riscontrato un effettivo impiego presso la cucina del locale per oltre 190 ore al mese, con una retribuzione netta alla mano che, per talune mensilità, era di poco superiore a 300 euro.