Puntavano biciclette con caratteristiche ben specifiche; non rottami qualsiasi o semplici velocipedi, ma solo mezzi di valore, papabili per un mercato online che in 24 ore forniva un acquirente. Le vittime spesso erano studenti, molti dei quali minorenni, ignari che durante le ore di scuola i lucchetti con i quali avevano assicurato le ruote a pali e rastrelliere non avrebbero tenuto a bada le tronchesi di una banda specializzata. Sulla base degli accertamenti compiuti da una specifica task force della Polizia locale a partire dalle denunce raccolte da settembre dello scorso anno, il giudice per le indagini preliminari Corrado Schiaretti ha disposto su richiesta del sostituto procuratore Angela Scorza il divieto di dimora nella provincia di Ravenna per un 31enne originario di Carbonia.Con lui, gli indagati sono in tutto quattro. I volti sono quelli che ripetutamente, nel corso dei passati mesi, sono stati immortalati dalle telecamere urbane in prossimità dei luoghi in cui svariati modelli di biciclette sono stati rubati. Sono sei in tutto quelli menzionati nell’ordinanza che ha disposto la misura restrittiva per uno dei presunti membri del gruppo. Ma alla luce delle denunce è lecito supporre che l’elenco delle razzie sia ben più ricco.
