La torre idrica di via Teodora dovrà essere demolita: ad annunciarlo, ieri pomeriggio nel corso della seduta del Consiglio comunale, è stato l’assessore Giacomo Costantini, in risposta a una interrogazione con cui il capogruppo della Lista De Pascale, Daniele Perini, chiedeva se fossero stati programmati da parte di Hera interventi di ristrutturazione per il manufatto, costruito negli anni ‘60. Prima di dare lettura di una nota firmata da Hera, l’assessore Costantini ha sottolineato come sia positivo «rimanere legati a strutture storiche, ma nel giusto equilibrio costi-benefici». La spiegazione su come pervenire a tale «equilibrio» la fornisce Hera stessa nel documento illustrato a stretto giro da Costantini, dove viene evidenziata innanzitutto la «fondamentale importanza» rivestita dalla centrale idrica nel «garantire la distribuzione di acqua potabile al centro urbano di Ravenna e a parte del forese». Tuttavia, prosegue Hera, allo stato attuale la normativa relativa a sicurezza sul lavoro e prevenzione antisismica «renderebbe necessario un intervento di adeguamento della struttura del serbatoio pensile estremamente oneroso». Interventi che, a loro volta, sarebbero poi da «integrare con una attività generale di risanamento anche questa molto onerosa». Costi che non bilancerebbero, appunto, i benefici portati da una eventuale ristrutturazione della torre, soprattutto alla luce delle «attuali tecnologie disponibili», grazie alle quali è possibile «alimentare la rete idrica mediante pompe presenti in impianto» e «senza l’utilizzo del serbatoio pensile». Quest’ultimo, quindi, resterà «temporaneamente in funzione per non sprecare risorse economiche», mentre va avanti la progettazione della riqualificazione della centrale Teodora, inserita nel piano Atersir degli interventi 2020-2023: «La demolizione della struttura – conclude Hera – sarà eseguita in seguito».

Ravenna, la torre idrica di via Teodora sarà abbattuta
