Ravenna, la Casa delle donne: “Niente lutto per Berlusconi”

RAVENNA – «Se gli edifici pubblici sono costretti alle bandiere a mezz’asta, noi in Circoscrizione togliamo lo striscione che segnala la nostra presenza». Un atto, quello della Casa delle Donne, che serve a spiegare come il lutto nazionale proclamato in corrispondenza coi funerali di Silvio Berlusconi sia «non in nostro nome».

«La nostra sede è in un edificio pubblico. Al balcone, insieme alle bandiere istituzionali, è esposto anche lo striscione che indica la Casa delle donne», spiega sui social l’associazione ravennate. E così, ieri, quando le bandiere erano state poste a lutto «siccome non possiamo prenderci la responsabilità di disobbedire, come ha fatto il Rettore dell’Università per Stranieri di Siena, Tomaso Montanari, abbiamo deciso di togliere il nostro striscione da sotto le bandiere a mezz’asta della Prima Circoscrizione».

Un gesto che ricorda come nessuno «più delle donne, e in particolare delle femministe, ha pagato il prezzo di oltre 20 anni di cultura berlusconiana. E’ stata l’epoca dello sdoganamento del sessismo e del patriarcato più becero e volgare – è la presa di posizione della Casa delle Donne -. E’ stata l’epoca dell’abilitazione istituzionale dei peggiori stereotipi e della misoginia più feroce. E’ stata l’epoca del machismo di Stato che in nome del liberismo ha ridotto i corpi delle donne a merci e a oggetti erotici, a trofei e decori, ornamenti. E’ un prezzo che stiamo ancora pagando». Questo non toglie, per la realtà femminista ravennate, il senso di pietas che si deve ad ogni perdita umana: “Quella di Berlusconi è una morte da rispettare, come tutte le morti, ma, come tante e tanti stanno scrivendo – conclude il post -, è una giornata di lutto nazionale che non ci riguarda”.

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