Ravenna: l'assessore chiede chiarezza sul "giallo" della lettera

Ravenna

RAVENNA - Nessun silenzio, anzi. Parole chiare. L’assessore alla cultura Fabio Sbaraglia interviene sulla questione LeWitt per commentare l’ultimo tassello aggiuntosi al mosaico delle polemiche, quello della misteriosa lettera in difesa del Mar inviata al Corriere Romagna e firmata dal docente “fantasma” Marco D’Alia, che in realtà si è scoperto essere stata creata da tale Marco Salerno: un singolare caso di omonimia con la curatrice del museo, Giorgia Salerno, che in città ha suscitato reazioni tra l’ironico e l’indignato.

La diretta interessata ha ammesso di avere tre parenti con quel nome, aggiungendo però di non sapere se sia stato uno di loro a inviare il documento alla redazione e che, a prescindere dalle «coincidenze», ciascuno è responsabile per le proprie parole e non per quelle di altri.

La presa di posizione di Sbaraglia segna una inversione di tendenza rispetto alla linea finora seguita dall’amministrazione di palazzo Merlato: «È evidente – afferma l’assessore – che questa vicenda, per come si è profilata, a prescindere da chi abbia scritto quella mail o dalle intenzioni con cui l’abbia fatto, nuoce al Mar ed all’Amministrazione. Pertanto, oltre a esprimere solidarietà al giornale che professionalmente ha approfondito i termini della questione, è nostro interesse che si possa fare piena luce su tutti gli aspetti di quanto accaduto».

L’intenzione profilata da Sbaraglia, chiarire gli aspetti della vicenda rimasti in ombra, è esattamente quella nei piani dell’opposizione, con La Pigna che sarebbe pronta, forse già nella giornata di oggi, a mobilitarsi per chiedere la convocazione urgente della commissione cultura. La consigliera Veronica Verlicchi ieri ha lasciato intendere qualcosa, commentando il giallo della lettera di D’Alia/Salerno con nuove richieste di dimissioni indirizzate alla curatrice del museo, considerata «co-responsabile del pasticcio»: «È chiaro che la vicenda va ben oltre alla questione del manufatto artistico di Sol LeWitt – ha detto – . In una città seria, chi sbaglia deve essere chiamato a risponderne, soprattutto se pagato con i soldi di noi cittadini».

Sulla questione promette battaglia Filippo Donati di Viva Ravenna, anche lui membro della Commissione cultura: «Ognuno di noi avrà le sue perplessità da mettere sul piatto» anticipa, riferendosi a tutta la compagine d’opposizione. «Qualcosa non sta funzionando – prosegue Donati – e sono stati assunti atteggiamenti che andranno spiegati, almeno alla commissione. Dovrebbero essere proprio le persone coinvolte a dare spiegazioni: lo si deve all’onore del vero e per non fare una brutta figura come città. Mi sembra che si stia montando un caso che si poteva evitare se si fossero tenuti comportamenti diversi, probabilmente l’errore è stato fatto all’inizio».

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