Ravenna, l'addio di Jack Sintini al fratello Tom: "Eri l'esempio"

Ravenna

Un toccante ricordo quello che Giacomo “Jack” Sintini ha dedicato al fratello maggiore Tommaso, scomparso la scorsa settimana a 44 anni a causa di un infarto. Entrambi ex pallavolisti – con Giacomo che ha vinto due campionati italiani e un europeo con la Nazionale, mentre Tommaso dopo essere arrivato in B1 aveva puntato sugli studi ed era diventata veterinario – i due fratelli erano molto noti nel mondo sportivo ravennate.

«Tom – scrive il fratello nel suo ricordo affidato alla propria pagina Facebook –, tu sei sempre stato il mio esempio. Sei sempre stato parte della mia vita» Per imparare ad andare in bici, scrive, «ho guardato te. A tavola, per capire come stare composto, ho studiato te. Quando ti ho visto correre ti sono venuto dietro e quando ti ho visto nuotare mi sono fidato. Anche la pallavolo non l’avremmo mai scoperta se non fosse stato per te».

Il ricordo delle mattine di Natale, in cui Giacomo e Tommaso insieme all’altro fratello, Mattia, cercavano i regali sotto l’albero si accompagna ad altri ricordi: «Le nostre serate passate a giocare con le macchinine sotto le coperte, quando tutti credevano dormissimo, i salti dal letto a castello a Lido Adriano, la nascita dei nostri bambini, le vacanze a Leuca, i nostri matrimoni, le memorabili partite di calcio con Mattia nel nostro amato giardino, con la porta tra due alberi. Le tante vittorie sui campi di pallavolo, il viaggio a New York solo noi tre, la mia malattia vissuta a testa alta, come tutte le altre difficili prove che abbiamo affrontato insieme». Il riferimento è al 2011, quando Giacomo si ammalò di tumore e fu costretto per un anno a lasciare l’attività agonistica per curarsi.

Il ricordo di un fratello maggiore sempre presente non si spegne nemmeno davanti al lutto: «Mi piace pensare che anche questa volta tu abbia voluto fare il fratello maggiore, sei andato avanti a vedere cosa c’è, sei andato avanti a vedere che sia tutto ok, perché io e Mattia non si possa rimanere delusi. Forse un giorno ci ritroveremo tutti, magari in cielo, e salteremo di gioia ancora una volta, abbracciandoci forte, come la mattina di Natale».

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