Ravenna, il nuovo corso dell'ospedale raccontato dalla direttrice: "Umanizziamo la cura"

«Umanizzazione della cura» e «ricerca del bello». Sono queste le chiavi di volta sul quale è stato costruito lo studio di fattibilità della nuova palazzina all’ospedale dedicata a maternità e pediatria. A parlarne, il giorno dopo l’approvazione della conferenza territoriale socio sanitaria, è la direttrice del Santa Maria delle Croci Francesca Bravi che questo progetto lo ha messo al centro del suo mandato. «Ci vorranno almeno quattro anni dal momento in cui il ministero approverà il progetto», spiega la dottoressa. Da Roma arriveranno 17,5 milioni di euro mentre l’Ausl Romagna ne metterà due e mezzo. Dietro al progetto c’è stata una lunga riflessione e «un gruppo di lavoro» con il confronto di una serie di analisi per andare ad ammodernare «quella che è la parte più vecchia del presidio ospedaliero».

Molto importante, per la dottoressa Bravi, l’integrazione con il dipartimento di emergenza ma anche la scelta di creare un’area verde al piano rialzato del futuro parcheggio su viale Randi, strutturato su due livelli. La direttrice spiega che sono state studiate anche esperienze e conferma che non ci saranno strutture simili a quella che verrà costruite a Ravenna. La palazzina, oltre a maternità e infanzia, sarà dedicata anche all’adolescenza per offrire «il massimo dei servizi su Ravenna». Secondo la direttrice si tratta di un’aggiunta al territorio romagnolo che non porterà però una “migrazione” delle nascite da ospedali vicini, come Faenza e Lugo, a Ravenna: «Non credo ci sia questo pericolo, abbiamo fatto delle valutazioni ben precise sui numeri».

Intanto va avanti l’iter sull’ammodernamento del pronto soccorso. «Siamo alla fase esecutiva della progettazione, i lavori partiranno all’inizio del prossimo anno. Ovviamente dobbiamo organizzare il cantiere in modo che non interferisca con la parte assistenziale». Gli accessi restano alti: «Dal 2000 in poi il pronto soccorso li ha visti aumentare del 20%. Giusto che sia la porta d’ingresso dell’ospedale, per il resto bisogna lavorare anche sulle cure primarie e fare un ragionamento complesso sul distretto sanitario, con varie analisi.

Da ricordare che qui la popolazione è anziana, con le cronicità che ne conseguono». Con l’autunno è inevitabile fare il punto sulla pandemia: «Non voglio fare previsioni ma basandoci sui numeri sappiamo che da metà agosto in poi i contati sono in calo e, con le vaccinazioni che sono la via maestra per uscirne, possiamo ben sperare. A livello ospedaliero in estate abbiamo tenuto aperto il reparto di Malattie Infettive come punto di riferimento romagnolo, quindi siamo già attrezzati. Per quanto riguarda i il personale sospeso perché non vaccinato non registriamo criticità nei reparti: i numeri sono bassi e la situazione è sotto controllo».

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