Ravenna, il medico sospeso si oppone: "sul covid ho ragione io"

«Ho già impugnato la sospensione, continuo a visitare e andrò fino in fondo contro questo provvedimento». Il medico di base ravennate raggiunto recentemente dal procedimento disciplinare avviato dall’Ordine professionale alla luce della sua posizione critica nei confronti di mascherine, vaccini e misure per contrastare la pandemia, se la prende con chi lo ha attaccato, criticato e «bannato». Si sfoga al telefono, li chiama «scolopendre» e «acefali». A sua volta contagiato e ricoverato lo scorso aprile per Covid, non ne nasconde l’impatto che ancora oggi si fa sentire, ormai quattro mesi dopo. La descrive come una esperienza «terrificante», che tuttavia non gli ha fatto cambiare una virgola di quanto sostenuto pubblicamente prima di finire a sua volta nella morsa del virus.

Dottore, dopo le polemiche si aspettava questa decisione da parte dell’Ordine?

«Certo. È di questi giorni, ma siete arrivati tardi. L’ho già impugnata. Non sono stato sospeso, perché ancora il provvedimento deve passare in giudicato. Ci sarà l’appello al Ministero della Sanità, la Cassazione e se mi daranno torto ricorrerò anche alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo. So già come finirà, mi caveranno uno, due mesi, ci rimetterò 100mila euro, anche di più, perderò i pazienti, il lavoro, ma io andrò fino in fondo».

Per il momento, però, può ancora visitare... Come hanno reagito i suoi pazienti?

«Ne ho 1.600 e mi amano. Stamattina in 10 mi hanno detto “ Dottore, non andrà mica via?”. Li manderò da chi vuole bannarmi. Io ho curato la gente a casa, anche per conto di signori che dai malati non ci andavano. Pure ora sto sostituendo colleghi. Vogliono eliminare me? Un pretoriano? E chi ci mettono al mio posto?»

Però le contestano proprio il modo in cui “combatte” il virus...

«Ho fatto un giuramento a morte. Vogliono fermarmi? Benissimo. Sono come i bagnini che hanno paura dell’acqua e i vigili del fuoco che temono gli incendi. Io faccio il medico, non ho paura delle malattie».

L'intervista completa sul Corriere Romagna in edicola

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