Ravenna, il lungo viaggio degli studenti fuori sede per andare a votare a casa

Ravenna

RAVENNA - Rappresentano una parte significativa della popolazione universitaria ravennate, nei corsi magistrali toccano la percentuale del 47 per cento. Gli studenti fuori sede del Campus, per il voto di oggi, a differenza degli residenti all’estero, non hanno potuto votare per posta. E nemmeno con un voto organizzato nelle prefetture o in un seggio nel luogo di domicilio, come alcune proposte di legge sembravano voler statuare. Come tutti coloro i quali sono lontani da casa per lavorare o studiare, devono intraprendere onerosi e scomodi viaggi per esercitare quello che è un diritto: «Per me sono tre ore per l’andata e altrettante per il ritorno, ma non ho avuto il minimo dubbio sul partire o meno. Bisogna sempre votare, diversamente non si ha nemmeno il diritto di lamentarsi». Henrietta Teresa La Matina è di origine siciliana, ma la sua famiglia vive a Macerata da anni.

E’ lì il seggio dove oggi si recherà per compiere il suo dovere di cittadina: «Studio Conservazione e Restauro a Ravenna da quattro anni e da cinque vivo qui in Romagna – aggiunge Teresa -. Infatti, vista la mia permanenza nella città del mosaico, ho deciso di impegnarmi in UniversiRa, l’associazione degli studenti universitari, e ne sono la tesoriera». La larga parte degli studenti attivi è fuori sede: «Circa 75% dei ragazzi impegnati nell’associazione proviene da fuori regione e, da quel che so io, una larga fetta tornerà a votare. C’è chi, però, è stato costretto a viaggi molto più lunghi dei miei, dalla Sicilia, alla Campania, passando per il Lazio».

Tutti assiepati in treni molto affollati, pieni per lo più di giovani: «Moltissimi mossi dalla medesima esigenza. Credo che per me sia il secondo voto da fuori sede, in altri casi la data delle elezioni era in primavera, in cui magari si tornava a casa per preparare gli esami – prosegue La Matina -. Stavolta è particolarmente infelice per gli studenti: lunedì iniziano le lezioni. Io sono più fortunata, la prima ce l’ho mercoledì». Un quadro confermato da Valerio De Luce, anconetano, che dopo aver studiato a Macerata ora sta perfezionandosi con la magistrale in Scienza del libro e del documento a Ravenna: «Venerdì ho preso il treno che compie la tratta Milano-Lecce. Era pieno di universitari». Per mantenersi all’università Valerio serve in un ristorante: «Con me un ragazzo campano, che frequenta anche lui una magistrale in città. E’ campano ed è partito un giorno prima di me. Per lui il biglietto non costa meno di 60 euro – stima lo studente di origine marchigiana -: quell’ultima giornata di lavoro, in cui parlavamo di elezioni, gli sarà servita per pagare il viaggio necessario a esercitare un suo diritto costituzionale». an.ta.

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