Ravenna, il Comune vuole i dipendenti al lavoro in bici

RAVENNA - Il Comune spera di convincere almeno 20 lavoratori ad abbandonare l'auto a favore della bicicletta. Se ci riuscirà calcola di riuscire ad indurre un risparmio di Co2 pari 6.839 chili annui: è uno degli obiettivi del piano degli spostamenti casa-lavoro, un documento di circa 80 pagine che l’amministrazione ha approvato nei giorni scorsi. Si è partiti da un’analisi delle abitudini di spostamento dei dipendenti, analizzate attraverso un questionario che è stato loro somministrato a novembre. Hanno risposto in 674, più della metà (in totale sono 1.176) e i risultati possono essere sconfortanti se visti con l’occhio di un Comune che vuole disincentivare l’uso dell’auto tra i suoi cittadini.

I dipendenti comunali raccontano una realtà diversa: nonostante la maggior parte dei dipendenti (il 44%) abiti a meno di 4 km dall’ufficio e il 20% a meno di 2 km, il mezzo di spostamento preferito resta l’automobile, utilizzata dal 51% dei lavoratori. C’è una percentuale di dipendenti, circa il 35%, che necessita di accompagnare o andare a prendere i figli da scuola e per loro rinunciare all’auto è più difficile. Tuttavia, si legge nella stessa relazione finale, resta «sconfortante» il fatto che il 90% di chi risponde non abbia nessun abbonamento ai mezzi pubblici mentre sembra in aumento l’utilizzo della bicicletta, specie dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, che viene inforcata dal 29% dei dipendenti. Proprio in questo senso si muoverà Palazzo Merlato perché – dicono i lavoratori – tra le difficoltà principali c’è quella di trovare luoghi adatti a lasciarla nei dintorni. Per questo si investiranno risorse per migliorare la situazione: 115mila euro per l’acquisto di rastrelliere e di colonnine per la manutenzione. Si spera così di “convertire” al pedale una ventina di dipendenti. Al momento non sono state prese in considerazione alcune proposte arrivate dagli impiegati, tra cui quella di considerare come orario di lavoro quello dello spostamento effettuato con mezzi green. Più esigue invece le risorse di buoni volte a sgravare l’acquisto di abbonamenti pubblici per il tpl: 3.500 euro. Del resto i voucher vengono poco sfruttati: appena 32 nel 2022, mentre erano 27 nel 2021. La misura non fa breccia: quando fu introdotta nel 2013 gli incentivi erogati furono 57, dato in costante calo da allora e mai più avvicinato. I dipendenti ritengono gli orari dei bus non compatibili con le loro esigenze e nemmeno gli incentivi riescono a smuoverli.

E lo smart working? Quello piace, eccome. Oltre il 12% degli intervistati presta la propria prestazione lavorativa parzialmente in remoto e il 90,7% è totalmente soddisfatto. Tra chi non lo è, la motivazione espressa è che vorrebbe poterlo fare per più giorni. Il commento più frequente è relativo all’affermazione che lo smart working permette di non dover affrontare lunghi viaggi in macchina, una migliore conciliazione del lavoro con le esigenze familiari e una migliore concentrazione e produttività. Molti intervistati (75%) si dichiarano disponibili a farlo e dichiarano inoltre la loro attività compatibile con questa forma di lavoro. Che sia questo il modo migliore di risparmiare Co2?

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