Ravenna, i ragazzi del Fridays for future contro il progetto CO2

Ravenna

Il movimento Fridays for the future torna oggi a manifestare a Ravenna e in altre piazze italiane. In città è in programma un flash mob dalle 9,30 alle 11 nella centralissima piazza del Popolo. La giornata sarà caratterizzata dalla protesta contro uno dei progetti più imponenti che dovrebbero caratterizzare il futuro industriale di Ravenna. «Diamo appuntamento in piazza in difesa del clima – dice Lorenzo Mancini, uno degli organizzatori – e per protestare contro il progetto di Eni che ha l’obiettivo, proprio a Ravenna, di confinare la CO2 all’interno dei grandi giacimenti metaniferi esauriti. Stiamo parlando della Carbon Capture and Storage, un progetto fallimentare che potrà sopravvivere solo grazie ad ingenti finanziamenti pubblici, ma che non risponde alle impellenti esigenze dell’emergenza climatica».

Mancini spiega che il progetto di Eni è candidato a ricevere fondi per effetto del meccanismo del Recovery Fund: «Non è questa la direzione che auspicavamo per la difesa dell’ambiente – dice -. Dietro alla captazione della CO2 c’è il solo scopo di prolungare la vita del fossile. È un po’ come nascondere la polvere sotto il tappeto senza risolvere i veri problemi. Per questo motivo in piazza ci presenteremo armati di scopa; ironicamente vogliamo mostrare che non si deve nascondere la polvere, ma bisogna affrontare l’emergenza climatica proponendo un approvvigionamento energetico alternativo e sostenibile. Quindi piuttosto che catturare la CO2, invitiamo a considerare altri progetti, come ad esempio il parco eolico che potrebbe sorgere a largo delle coste ravennati. Produrre energia dal vento è una soluzione da promuovere e che va nella giusta direzione».

Il movimento dei Fridays for the future cerca faticosamente di riprendere il percorso che è stato interrotto dalla pandemia: «Il movimento soffre ancora i postumi del lockdown – dice Mancini - ma è importante tornare in piazza per contrastare i cambiamenti climatici. Dobbiamo farci sentire. Il coinvolgimento delle scuole per forza di cose sarà minore rispetto al passato; il mondo dell’istruzione ha subito danni gravissimi per il covid ed è ovvio che sia più difficile portare in strada gli studenti alle prese con la faticosa ripresa delle lezioni in classe. Altro aspetto importante è che oggi non ci si può aggregare come in passato, mentre i Fridays trovano la loro forza nell’andare in piazza tutti insieme. Speriamo che questi ostacoli possano essere presto rimossi e si torni a manifestare con la forza di prima».

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