Ravenna, i Motus al teatro Rasi con "Tutto brucia"

Motus riprende la propria ricerca sulla tragedia greca, dopo Antigone , portando in scena – questa sera alle 21 al teatro Rasi – la propria versione de Le troiane di Euripide. Tutto brucia è il titolo dell’opera ideata e diretta da Daniela Nicolò e Enrico Casagrande, fondatori e registi di Motus, con Silvia Calderoni, Stefania Tansini e R.Y.F. (Francesca Morello), in scena per la Stagione dei teatri nella sezione “Today to dance” dedicata alle forme di danza contemporanea e d’autore.

«Ripartiamo dalle figure della tragedia – spiegano Nicolò e Casagrande – o meglio dalla dimensione scenica delle Troiane, che è essenzialmente un momento post: dopo la fine di una guerra, dopo la distruzione di un mondo, dopo un disastro umano e ambientale che tanto evoca situazioni tristemente attuali».

Ecuba (Silvia Calderoni) sussurra parole che sembrano portare dentro tutto il dolore del mondo: «Porto il lutto per i figli morti in guerra, per le donne fatte schiave, per la libertà perduta. Oh amate creature, tornate, venite, venite a prenderci!». Sono le parole di Jean Paul Sartre, Judith Butler, Ernesto De Martino, Edoardo Viveiros De Castro, No Violet Bulawayo e Donna Haraway, intrecciate al testo di Euripide, a creare l’atmosfera di un lamento di lutto, universale, che si completa con i gesti arcaici di Stefania Tansini e alle musiche di R.Y.F. Un lutto che riguarda tutto il passato già accaduto, le guerre e i soprusi, la schiavitù e lo sfruttamento, il disastro ambientale e quello umano.

«È attraverso il dolore – spiegano ancora i Motus – che le protagoniste nella scena tragica si trasformano materialmente – divengono altro da sé: cagna, pietra o acqua che scorre, elaborando la violenza subita. Una metamorfosi che apre verso altre possibili forme. E scrive il mondo che verrà. Perché la fine del mondo non è che la fine di un mondo». Motus nasce nel 1991 come compagnia «nomade e indipendente»; i fondatori, Daniela Nicolò e Enrico Casagrande, che si definiscono «animati dalla necessità di confrontarsi con temi, conflitti e ferite dell’attualità», fondono scenicamente arte e impegno civile attraversando immaginari «che hanno riattivato le visioni di alcuni tra i più scomodi “poeti” della contemporaneità». Centrali nel loro lavoro i temi del confine, fisico geografico o mentale, e della libertà di attraversarlo. All’attività scenica i Motus affiancano un intenso lavoro formativo di incontri pubblici, lezioni e masterclass. Fra i numerosi riconoscimenti, tre premi Ubu e il prestigioso Premio della critica dell’Associazione nazionale dei critici di teatro.

www.ravennateatro.com

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