Ravenna, i migranti minori via a fine mese

Molti di loro ne approfittano per riposare. Qualcuno è ancora stremato dal viaggio, altri sono semplicemente spaesati. C’è anche chi manifesta i sintomi di patologie che richiedono un’attenzione medica in più. Ma i primi cinque giorni trascorsi al centro di accoglienza ex Villa Nina, a Longana, sono passati senza particolari sorprese per i 28 minori non accompagnati, tra bambini e adolescenti, affidati alla fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo. Per esperienza, il direttore della struttura, Patrizio Lamonaca, sa che una caratteristica comune di certi popoli del continente africano è la pazienza. Una virtù che dovrà accompagnarli fino a fine mese, termine entro il quale tutti dovranno prendere nuove strade, verso altri centri. In provincia di Ravenna, infatti, i posti a disposizione erano già tutti occupati prima ancora che la Ocean Viking facesse rotta verso il terminal di Porto Corsini con 133 profughi recuperati al largo delle coste libiche. «La rete di accoglienza è satura – spiega Lamonaca – quindi saranno trasferiti in altre strutture della regione o d’Italia. A noi è stata chiesta la disponibilità per 30 giorni, motivo per cui abbiamo riaperto la sede di via Ravegnana, temporaneamente chiusa». Un lavoro mica da ridere rimettere in funzione un centro chiuso in soli due giorni: «Impresa di pulizie, catering, abbiamo individuato anche una nuova équipe di 8 o 9 operatori, e siamo stati fortunati considerato il periodo di feste. Dalla nostra, per fortuna, avevamo oltre 10 anni di esperienza nel settore e la sede principale in piena attività, dove stiamo gestendo già altri 30 minori stranieri».

Le attività nel centro

Visite sanitarie, nuovi vestiti e lezioni di italiano. Le giornate passano così. Si parla francese e inglese, lingue che rendono abbastanza agevole comunicare con i giovani provenienti prevalentemente dall’Africa Centrale, tra Costa d’Avorio, Gambia e Nigeria. «I ragazzi stanno abbastanza bene – riferisce il direttore – abbiamo 25 maschi e 3 femmine, 2 delle quali sono state dimesse dall’ospedale dopo un iniziale ricovero. Sono tutti negativi al Covid. Qualche caso di scabbia era già stato curato a bordo della nave con un primo trattamento e ora stiamo proseguendo con gli accertamenti sanitari. Controlli che finora hanno comportato un paio di giri con 6 o 7 giovani al pronto soccorso di Ravenna per accertamenti sanitari».

Vestiti per tutti

Continua nel frattempo la ricerca di vestiti della taglia giusta: «C’è chi ha bisogno di giubbotto, molti sono arrivati scalzi».

La prima settimana volerà così. «Dalla prossima, oltre ai corsi di alfabetizzazione italiana imbastiremo nuove attività per intrattenerli, compresi i colloqui mantenendo i contatti con i Servizi sociali del Comune, per approfondire quelli fatti all’arrivo».

Nei prossimi giorni anche la Regione dovrebbe visitare la struttura. E così la fine gennaio è già alle porte; quelle del centro si riapriranno. Recuperate le forze, il viaggio della speranza dei 28 giovani profughi ripartirà verso una nuova meta.


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