Ravenna, guida con la patente sospesa per 700 giorni e si spaccia per il fratello

Ravenna

Sorpreso a guidare con la patente sospesa, ha provato a depistare gli agenti dicendo di averla dimenticata. E quando è stato il momento di fornire le proprie generalità, ha dato quelle del fratello. Di male in peggio. Perché bugia dopo bugia, la decisione di mentire anche di fronte all’evidenza, compresa quella data dalle impronte digitali, è valsa l’arresto per Fausto Sorrentino, 48enne residente a Ravenna.
Era nervoso quando, intorno alle 17.15 di mercoledì, la sua Audi è stata fermata lungo via Suzzi da una pattuglia delle Volanti. Era insieme a un amico, e ben sapeva che con un’infrazione di quel tipo si sarebbe giocato l’auto. D’altronde al volante non ci poteva stare, alla luce della sospensione della patente per 730 giorni, notificata nei mesi scorsi in seguito a una sentenza del tribunale di Ravenna del 2019 che lo vedeva accusato di omissione di soccorso dopo un incidente stradale. Da qui la decisione di spacciarsi per il fratello minore. Gli agenti gli hanno pertanto chiesto di firmare i fogli per l’autocertificazione sull’identità. Eppure il suo volto non era nuovo, sia per altre sospensioni della patente avvenute negli ultimi due anni, sia per via di una serie di altri precedenti di polizia di lunga data, risalenti al 2008, quando lo stesso tribunale bizantino lo dichiarò “delinquente per tendenza” (classificazione poi revocata). I dubbi si sono fatti ancor più evidenti quando dai sedili posteriori del mezzo è spuntato il borsello con i documenti d’identità; lui ha sostenuto che appartenessero al fratello, finché in questura è stato sottoposto ai rilievi fotodattiloscopici che hanno fornito come riscontro le vere generalità dell’automobilista. Per questo è stato arrestato, informando il sostituto procuratore di turno Marilù Gattelli. Ieri, difeso dall’avvocato Filippo Bianchini, l’uomo è comparso davanti al giudice Federica Lipovscek e al vice procuratore onorario Simona Bandini, con il quale è stato concordato il patteggiamento a un anno e quattro mesi.

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