Ravenna, giovani medici anti covid lasciano l'incarico

RAVENNA - Dieci giovani medici hanno lasciato o si preparano a lasciare gli ospedali di Ravenna. E un cavillo burocratico rischia ora di tramutarsi in una batosta per la nostra sanità. In gergo vengono definiti “camici grigi”, in pratica sono le migliaia di giovani medici abilitati che attendono di cominciare a lavorare nelle scuole di specializzazione. Un periodo di attesa durante il quale questi neo-laureati vengono spesso assorbiti all’interno degli ospedali, cominciando a muovere i primi passi tra le corsie di quello che in futuro sarà il loro lavoro. Quest’anno più che mai, il loro aiuto si era reso fondamentale con l’impegno di queste risorse anche nei reparti Covid. Un cavillo burocratico, però, ora li manderà tutti a casa. E per Ravenna vuol dire perdere ben 10 giovani medici, una parte si è già dovuta dimettere, gli altri lo faranno entro breve.
Il motivo di tutto questo è più tecnico che pratico. Una volta terminata la laurea in Medicina, si aprono in sostanza due strade: la prima è quella dei corsi di medicina generale, che abilitano poi a diventare medico di famiglia. La seconda è quella invece delle scuole di specializzazione. L’inghippo si crea proprio per questa seconda categoria di medici. La prassi vorrebbe infatti che i giovani che superano il concorso comincino a lavorare dove hanno ottenuto la borsa di specializzazione. Quest’anno, però, a causa del Coronavirus che ha paralizzato il mondo intero, e di alcuni ricorsi fatti, le graduatorie hanno tardato ad arrivare. Il risultato è che, nel frattempo, l’Ausl Romagna aveva iniziato ad assorbire questa forza lavoro con contratti a tempo determinato, inserendola come detto in aiuto al personale sanitario.