Ravenna Festival, omaggio a Micha Van Hoecke

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Il festival in danza chiude con uno spettacolo poetico, emozionante; con la presenza “viva”, pure virtuale di Micha Van Hoecke (1944-2021), coreografo e creatore per tante edizioni di Ravenna festival, chiamato da Cristina Mazzavillani Muti; il 7 agosto scorso ci ha lasciati con discrezione.

Stasera alle 21 al teatro Alighieri va in scena “Canto per un poeta innamorato. Dedicato a Micha”. Tornano ad animarsi frammenti di tante creazioni, tratti ad esempio da “La dernière danse”, “Le voyage”, “Guitare” “Le maître et la ville”… Lavori che racchiudono il sentire di Micha basato sull’amore per la poesia, per la musica, per la letteratura, per l’arte, che traduceva in sapienti lavori coreografici. A portarlo in scena è un ensemble di dieci danzatrici che hanno collaborato con il maestro e due étoile come la milanese Luciana Savignano e il romano dell’Opera di Roma Manuel Paruccini, entrambi protagonisti di lavori di Van Hoecke.

A rendere possibile questo ultimo spettacolo di Micha è la moglie, nonché danzatrice e compagna d’arte Miki Matsuse; aveva appena 16 anni quando a Tokyo, durante uno stage come allieva, conobbe il maestro Micha. Miki ha selezionato e ricomposto estratti coreografici a partire da canzoni di autori amati dall’artista, per affinare una creazione in grado di raccontare anche la vita.

In che modo ha scelto i brani musicali e le canzoni dello spettacolo?

«Ho selezionato cercando di riportare il mondo e il sentire nel quale Micha è cresciuto, di cui si è nutrito. Radici che lo hanno forgiato anche come artista. Come ad esempio la Francia e Parigi dell’infanzia, scegliendo le canzoni e la musica che ascoltava, a partire da “Le foglie morte” e “Mapomme” di Chevalier; ma c’è pure la poesia di Alda Merini. Cerco di fare rivivere anche il mondo povero e circense che lui portava con leggerezza. Chiedendomi continuamente cosa avrebbe scelto Micha per ricreare questo spettacolo antologico, cosa scegliere per dedicargli il mio spettacolo d’amore per lui».

Come si è orientata fra tante musiche?

«La mia scelta nasce pure da un gioco che facevamo. Quando stava bene gli chiedevo di lasciarmi una lista musicale per il suo funerale. Ogni volta che sentiva un brano che amava, mi diceva: Miki, metti anche questo per il mio funerale. Ma il numero si era fatto così elevato che gli ho dovuto rispondere: questo non è più un funerale, è un festival!».

Cosa inserisce dunque nello spettacolo?

«Micha ha realizzato più di 70 spettacoli e dunque davvero tante sono le musiche. Ho rubato qua e là canzoni, molte d’amore, e ho messo insieme; ci sono pezzi di Aznavour, cantante che a lui piaceva tanto, ma anche “Stockholm” del chitarrista Django Reinhardt, i Procul Harum di “A whiter shade of pale”, i Platters, e poi “L’aria sulla quarta corda” di Bach, ma anche la musica di Verdi dei lavori d’opera realizzati, come quello su Maria Callas. Ogni brano racchiude e racconta un frammento di vita di Micha. Per lui la musica e la poesia erano i linguaggi più importanti».

Si rivede anche la stella Luciana Savignano.

«Ho voluto Luciana Savignano per rappresentare l’anima di Micha; lei ha vissuto un lungo periodo artistico con lui, con Béjart. Il suo ruolo in questo omaggio è quello di un gioiello prezioso, a tratti si presenta sul palco con cammei importanti, con presenza, eleganza, stile, modernità. Come ad esempio nell’Adagio dal Concerto per oboe di Marcello. Questa mia dedica era impensabile senza Luciana Savignano, avevo bisogno che lei raccontasse la storia di Micha con pochi gesti».

Rivedremo anche Micha stasera?

«Lo vediamo nelle fotografie che scorrono, nei video, ma anche nella sua voce che tornerà a propagarsi in teatro. Sì, Micha sarà con noi».

Info: 0544 249244

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