Ravenna festival, omaggio a Desprez della Stagione Armonica

Tra gli omaggi e gli anniversari che punteggiano il cartellone di “Ravenna festival” non va dimenticato quello, forse meno noto al grande pubblico, dedicato a Josquin Desprez nel cinquecentenario della morte. Meno noto, ma non per questo meno importante, perché Josquin costituisce una di quelle figure fondamentali nella storia della musica europea, e in particolare della tecnica polifonica, ambito nel quale fu uno dei massimi innovatori, con un ingegno e una perizia compositivi non solo apprezzati dai posteri, ma già dai contemporanei. Non è un caso che le corti se lo contendessero, nonostante i compensi che egli richiedeva fossero i più alti del mercato musicale dell’epoca.

Tra quelle corti spiccano quelle italiane, fu infatti particolarmente legato al nostro paese, dove dimorò dal 1484, prima a Milano alla corte di Ludovico il Moro, poi presso la corte pontificia fino al 1499 e, dopo un breve periodo in Francia, a Ferrara al servizio del Duca Ercole I d’Este. Del resto, non è un caso che Baldassarre Castiglione, nel proprio trattato sugli usi e costumi del perfetto cortigiano, arrivi a notare che nelle corti cinquecentesche perché un nuovo componimento susciti ammirazione deve portare la firma proprio di Josquin Desprez. Che, particolare anche questo non trascurabile, è il primo compositore a essere stato stampato a caratteri mobili, e anche il primo ad aver nutrito di sé dibattiti storici e critici sulla sua musica lasciando traccia ininterrotta del proprio mito nella letteratura e nella trattatistica, quindi nel repertorio, fino a oggi.

I musicisti cui è affidato l’omaggio proposto questa sera alla Basilica di Sant’Apollinare in Classe sono tra i più affidabili ed esperti: sotto la direzione di Stefano Balestracci si esibirà il coro La Stagione Armonica. Con un percorso musicale e testuale che traendo ispirazione dalla dolcezza della preghiera mariana si conclude con la contemplazione estatica dei segni divini: si apre dunque con Ave Maris Stella, costruita sull’omonimo inno gregoriano, e culmina nel mottetto Mirabilia testimonia tratto dal Salmo 118. Completano il concerto due composizioni di Loyset Compère e Heinrich Isaac, contemporanei di Desprez.

Il concerto inizia alle 21,30 (anche in diretta streaming su ravennafestival.live).

Info: 0544 249244

L’Ensemble Biscantoresper i “Vespri”

La “Prosa pro mortuis” di Giovanni Legrenzi per ricordare le vittime della pandemia, ai vespri danteschi di Ravenna Festival questa sera alle 19.30 nella basilica di San Francesco. Il manoscritto cinquecentesco, che contiene il mottetto concertato del “Dies irae” per doppio coro, viole da gamba e basso continuo, offre soluzioni armoniche che preannunciano il barocco. Legrenzi, originario proprio di quelle terre particolarmente colpite dalla pandemia (nacque a Bergamo nel 1626), è oggi forse poco conosciuto, ma fu a suo tempo molto apprezzato nei teatri viennesi e presso la Chapelle Royale di Luigi XIV, e maestro della Cappella della basilica di San Marco. L’Ensemble Biscantores, diretto da Luca Colombo, ridà voce all’opera di Legrenzi, completandola con il “Confitebor III alla francese” di Claudio Monteverdi.

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