Molti non avranno mai sentito parlare di Laurie Anderson, che sarà al Pala De André per Ravenna festival questa sera alle 21.30, in esclusiva italiana, ma stiamo parlando di una delle più innovative e geniali artiste degli ultimi cinquant’anni. Musicista e performer, o meglio, come lei ama definirsi “narratrice di storie”, a settantasei anni Anderson ha ancora voglia di sorprendere e stupire, come con lo spettacolo che porta a Ravenna, dal titolo X=X, che la vede insieme ad un quintetto jazz.
Proviamo a definire questa imprendibile artista, sempre in movimento tra generi e arti differenti: nata a Chicago, è diventata tra anni Settanta e Ottanta una delle più geniali menti della scena avanguardistica newyorkese, che ha influenzato con mille idee, non solo musicali. Indefinibile per definizione, la sua arte si affianca a quella di personaggi come Brian Eno e Lindsay Kemp, che in quegli anni transitavano tra le arti, lasciando semi che molti altri hanno poi fatto fiorire. Nel caso di Anderson, da sempre lontana dal mainstream e dalle mode, che per lei erano già il passato, la sua opera ha ispirato soprattutto la scena “no wave” di New York e la sperimentazione elettronica e visuale degli ultimi decenni. Abile manipolatrice e inventrice di suoni (tanto più apprezzabile essendo praticamente l’unica donna in un territorio molto maschile), ha usato prima di tutti computer e suoni sintetici abbinati a parole, spesso recitate, e immagini digitali. Parole come “poetry” e “glitch”, hanno cominciato a essere accostate alla musica con lei e pochi altri. Ha da poco curato il libro The art of the straight line, dedicato al rapporto tra le arti marziali e Lou Reed, suo compagno storico, che ha sposato nel 2008. In realtà un grande, anzi enorme, successo commerciale a livello mondiale l’ha ottenuto: nel 1981 con l’album Big science, che non concedeva nulla al pop, ma divenne misteriosamente uno dei più venduti dell’anno ovunque. Quel disco, una raccolta di brani elettronici che ricordavano i Kraftwerk, su cui Anderson recitava più che cantare, conteneva il singolo O Superman, che ancora oggi rispunta ogni tanto in spot o video di varia natura. In Italia è tristemente ricordato anche perché fu colonna sonora dello spot del ministero della Salute sull’Aids, quello dell’alone viola. In quell’album era incluso anche X=X, il brano che dà il titolo allo spettacolo che l’artista porta a Ravenna. Sul palco con lei Steve Bernstein (tromba), Briggan Kraus (sassofono), Toni Scherr (basso), Kenny Wollesen (batteria) e Doug Weiselman (clarinetto). Insieme sono i Sexmob. Lo spettacolo è un ricordo di Hal Willner, grande amico di Laurie e Lou Reed, scomparso causa Covid. Con i Sexmob si è incontrata lavorando sulla cover di Gassed and stoked di Lou Reed, e si è creata un’alchimia che ha prodotto questo concerto. La scaletta comprende 22 brani, da Big science e successivi, e una decina di altre tracce, su cui improvvisano la protagonista e la band. L’elettronica ha ovviamente un ruolo importante, compresa l’intelligenza artificiale, di cui si dibatte molto ultimamente.
«Ci dicevano che i robot avrebbero sostituito le persone – dice Anderson –, ma ci vorranno secoli prima che l’intelligenza artificiale metta insieme qualcosa di interessante. Lavora con formule matematiche e algoritmi, ma è senza cuore. Viviamo in un mondo troppo complesso per essere capito dalle leggi della fisica e della matematica».
Biglietti da 22 a 35 euro
www.ravennafestival.org