Ravenna Festival: il "Paradiso" del Gruppo Nanou all'Almagià

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Nessuno può dire come sia il Paradiso. Il ravennate Gruppo Nanou prova a rappresentare un’idea del Paradiso fra teatro, coreografia, luogo altro, in sinergia con Alfredo Pirri eclettico artista, pittore che sconfina nella scultura, architettura. Insieme creano Paradiso che da stasera, ore 18 e 21, debutta alle Arteficerie Almagià con doppia replica fino al 2 luglio compreso (tranne di lunedì). Le musiche sono composte da Bruno Dorella musicista poliedrico; coreografie di Marco Valerio Amico e di Rhuena Bracci, pure danzatrice in un ensemble di otto interpreti.

Amico, il vostro omaggio a Dante come altri andati in scena arriva un anno dopo per pandemia.

«A dire il vero era il 2017 quando abbiamo iniziato a pensare a Paradiso! Volevamo collaborare con Alfredo Pirri, artista con cui ci eravamo spesso trovati in sintonia nel modo di intendere l’uso e la fruizione dello spazio e del tempo. Nel Paradiso dantesco abbiamo trovato un incontro reciproco».

Perché vi permette di immaginarlo?

«Il punto focale del nostro incontro è stato Il Paradiso come luogo indefinibile; cosa che, in questi due anni di pandemia, per le condizioni che abbiamo tutti attraversato, ci ha portato all’idea di definirlo come luogo di aggregazione, di costruire un luogo per immergere una collettività in uno spazio, in un tempo».

Come si aggrega la gente nel vostro Paradiso?

«Abbiamo ripensato all’uso del teatro, Pirri negli anni ’80 lavorava con i Krypton (compagnia teatrale fondata a Firenze nel 1982 da Giancarlo Cauteruccio e Pina Izzi ndr). Nel Paradiso dantesco c’è una continua descrizione del luogo, più che azioni da fare come nell’inferno; in Dante il Paradiso è più una contemplazione, quindi la fruizione di uno spazio e di un tempo attraverso lo stare in un luogo. Ci siamo presi un anno di tempo per sperimentare materiali e costruzione coreografica cercando un equilibrio, senza che ci fosse una gerarchia prevalente in questa immersione luminosa».

Qual è il risultato?

«Direi che per il pubblico è una fruizione non teatrale, ma propria dell’happening dell’arte visiva. Le persone possono entrare e uscire dall’ambiente; all’esterno c’è un bar dove si può chiacchierare, e poi rientrare nello spazio e reimmergersi in questo luogo fantasmagorico. Cerchiamo di restituire una libertà al tempo di fruizione molto più prossima alla libertà museale. Anche più vicina, aggiungo, alla fruizione del teatro dell’antichità, quando negli anfiteatri greci si cucinava o all’Opera di Pechino si poteva dormire. Il senso è di riappropriarsi dell’aggregazione dell’antica ritualità collettiva».

Sul fronte dello spettacolo, il vostro Paradiso ricorda più una installazione o coreografie in movimento?

«È uno spettacolo che prevede movimenti. Ci ritroviamo nell’idea di installazione per un certo tipo di fruizione che abbiamo previsto, per come è stata composta la drammaturgia della coreografia, che non necessita di seguire l’ordine degli eventi. Lo spazio creato può essere anche attraversato fisicamente dallo spettatore, a differenza del teatro. Esiste anche una costruzione coreografica con otto danzatori che si muovono, ballano. È volutamente un ibrido, una terra di mezzo che viene frequentata per capire delle strade possibili».

In cosa questo Paradiso si avvicina a quello raccontato nella Commedia?

«Al fatto che quando Dante arriva, il Paradiso esiste già, non deve formarsi o chiudersi, è Dante che entra ed esce. La relazione drammaturgica rispetto alla fruizione scenica è dunque che il Paradiso sia già cominciato e continui anche dopo».

Come considera questa nuova prova nel percorso del Gruppo Nanou?

«Quest’anno Nanou diventa maggiorenne; abbiamo iniziato a sperimentare formule di fruizione sin dal 2013 qui a Ravenna. Credo che questo Paradiso riassume i nostri 18 anni di lavoro durante i quali abbiamo unito un percorso più teatrale narrativo, a uno più astratto degli anni recenti. Adesso vogliamo mettere insieme queste due nostre tensioni, per trovare un immaginario che si carica di passato ma guarda al futuro». Euro 10.

Info: 0544 249244

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