Ravenna festival, al teatro Alighieri "Acarnesi. Stop the war!"

Su “Aristofane a Scampia” Marco Martinelli ci aveva addirittura scritto un libro (Ponte alle Grazie) nel 2016, e ora ecco che proprio Aristofane viene rimesso in vita da un gruppo di adolescenti, non esattamente di Scampia ma del territorio vesuviano, che stasera al teatro Alighieri (ore 21) portano in scena per Ravenna festival Acarnesi. Stop the war!, riscrittura della prima commedia del commediografo greco. Con le musiche di Ambrogio Sparagna e le luci di Vincent Longuemare, Acarnesi. Stop the war! (produzione del Parco archeologico di Pompei in collaborazione con Ravenna festival e Teatro di Napoli – Teatro Nazionale) racconta della tregua separata che Diceopoli, un contadino ormai stanco di guerra, stringe con gli spartani, così guadagnandosi l’ostilità degli abitanti del demo ateniese di Acarne, quegli Acarnesi a cui Diceopoli insegnerà che servire la patria significa prima di tutto servire la pace. Una riflessione che non poteva mancare all’appello in questa 34ª edizione del festival, che nel centenario della nascita di Calvino e nel titolo Le città invisibili ha trovato un felice pretesto per riflettere sulla duplice natura della città, emblema della comunità e della sua crisi.

«Il mondo “peggiora per quanto invecchia”, diceva un grande classico, e oggi come allora è insanguinato dalle guerre. Aristofane scrive la sua prima commedia a diciotto anni, Acarnesi, contro la guerra del Peloponneso che stava devastando Atene – spiega Martinelli –. Con la sua vena sulfurea e surreale, Aristofane si scaglia contro il grande male della violenza che avvelena la democrazia nascente. A incarnare l’adolescente infuriato che da sempre consideriamo il padre della commedia antica, saranno adolescenti di Pompei, Torre del Greco, Castellammare di Stabia: dalla loro rabbia e dai loro desideri ho ricavato la drammaturgia per raccontare l'inquieto presente».

Si rinnova così la sorprendente esperienza della non-scuola, con cui da oltre trent’anni Martinelli combina la forza dirompente dei classici alla scoperta del teatro e della propria voce, dimostrando come certi testi, se si fanno “tradurre” dagli adolescenti, tornino in vita.

«Quante cose mi mordono il cuore!... E di trattare la pace se ne infischiano». Era il 425 a.C. quando il diciannovenne Aristofane fa pronunciare queste parole a Diceopoli, stufo dell’annosa trentennale e deleteria guerra del Peloponneso fra Atene e Sparta e stanco di vedere i suoi raccolti distrutti dai soldati. Ancora una volta Martinelli ci ricorda, affidandosi alle parole di Gustav Mahler, che «la tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri», e dimostra come una commedia di 2.500 anni fa stia ancora parlando a noi, qui e ora, perché tempi, contesti, personaggi saranno anche diversi, ma il risultato purtroppo non è mai cambiato.

Come Uccelli l’anno scorso, Acarnesi. Stop the war! è parte del più ampio progetto pluriennale “Sogno di volare”, un percorso di conoscenza, crescita ed emancipazione culturale nelle scuole dell’area vesuviana, fortemente voluto e stimolato dal direttore del Parco archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel e finalizzato a stabilire un legame concreto tra le antiche testimonianze e le nuove generazioni del territorio, in un itinerario di scoperta e valorizzazione del patrimonio storico-archeologico. E anche in quest’occasione, il coinvolgimento del Giffoni film festival ha consentito l’intreccio delle attività teatrali a un progetto formativo sul linguaggio cinematografico e il racconto documentaristico.

Prima dello spettacolo, alle 17, la Sala Muratori della Biblioteca Classense accoglie poi l’incontro a ingresso libero “Da Atene a Pompei a Ravenna: Aristofane trova casa”, perché è proprio alla Classense che si conserva il manoscritto noto come Aristofane ravennate, l’unico a tramandare tutte le undici commedie superstiti del grande commediografo. Partecipano all’incontro Floriana Amicucci, Lorenzo Donati, Maddalena Giovannelli, Alessandro Iannucci e Martina Treu.

Info: 0544 249244

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