Ravenna, fece spogliare la babysitter 15enne. Uomo condannato

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Il materiale ritrovato in hard disk, tablet e cellulare lasciava pochi dubbi: oltre 13mila foto, 250 video e quasi 700 giga di carattere pedopornografico, tra cui il filmino, ripreso durante le vacanze estive a Loreto nel 2021, in cui la babysitter al seguito, nemmeno quindicenne, si esibiva in atteggiamenti apertamente erotizzanti di fronte al figlioletto in età d’asilo. Una collezione a luci rosse che è costata caro a un 50enne di Ravenna, condannato ieri in rito abbreviato dal gup di Bologna a una pena di 4 anni e 2 mesi: su di lui pendeva l’accusa di avere salvato nei propri dispositivi tecnologici materiale pedopornografico e di avere prodotto il video incriminato, oltre a quella di corruzione di minore. Il gup ha riconosciuto le attenuanti generiche, facendo cadere il terzo tra i capi d’imputazione citati, come richiesto dalla difesa dell’uomo, l’avvocato Gabriele Bordoni. Il 50enne dovrà anche pagare un risarcimento, quantificato in una cifra pari a 10mila euro a testa, nei confronti della babysitter e del figlio, per il quale i Servizi sociali si erano costituiti parte civile con l’avvocato Christian Biserni. Da parte del pm era invece stata avanzata una richiesta di condanna a 6 anni e 8 mesi di detenzione. Nel corso della propria arringa difensiva, il legale del 50enne ha argomentato sostenendo che i comportamenti contestati al proprio assistito fossero da attribuire, più che a una qualche forma di depravazione, a «fragilità» e «immaturità evidente». Insomma, una lettura piuttosto diversa rispetto a quella che è stata fornita dall’accusa. La difesa deciderà se ricorrere in appello dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza, valutando con particolare attenzione la parte relativa alla produzione del filmino con la babysitter. Questo, infatti, è stato l’ultimo in ordine di tempo tra i reati contestati al 50enne: l’accusa era arrivata nel maggio di quest’anno, ad un passo dalla conclusione del rito abbreviato, consentendo così all’adolescente di essere riconosciuta come parte offesa. Le indagini, tra fine 2021 e inizio 2022, erano scattate dopo una segnalazione alle forze dell’ordine da parte dei Servizi sociali, a loro volta mobilitati dall’ex compagna del 50enne, che controllando la cronologia delle ricerche sul tablet dell’uomo aveva notato la presenza di alcuni siti pedopornografici. Materiale agghiacciante, emerso in tutta la sua portata grazie alla consulenza tecnica disposta dalla Procura di Bologna sui dispositivi mobili dell’uomo.

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