Ravenna, farmaci nel caffè dell'ex moglie: il cuoco resta in cella

Faenza

Il tribunale del Riesame ha rigettato l’istanza di scarcerazione nei confronti del cuoco 46enne faentino accusato di tentato omicidio per avere miscelato nel caffè della moglie un mix di farmaci ritenuto potenzialmente letale. L’uomo resta in cella nel carcere di Modena, dove è stato trasferito pochi giorni dopo il fermo, avvenuto a fine settembre da parte dei carabinieri del Nucleo Investigativo, su disposizione del sostituto procuratore Cristina D’Aniello.

La difesa dell’uomo - assistito dagli avvocati Carlo Benini e Renato Conte -, attenderà le motivazioni dei giudici prima di presentare ricorso in Cassazione.

Le prove del presunto tentativo di avvelenare l’ex moglie arrivano in particolare dalle telecamere piazzate dagli investigatori in casa della vittima, che l’indagato ancora frequentava nonostante la coppia si fosse separata nel 2017. Nel video il soggetto viene ripreso mentre “prepara il caffè” versando nella tazzina, oltre a anticoagulanti che già la donna assumeva, una ulteriore tipologia di medicinale, questa volta una doppia dose di un vasodilatatore; l’obiettivo era far assumere in maniera occulta e in sovradosaggio del primo farmaco per procurare delle emorragie cerebrali, sostanze miscelate successivamente a vasodilatatori che avrebbero reso queste emorragie inarrestabili nel giro di pochi minuti.

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