Ravenna, "farmaci come lievito e farina nel lockdown"

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La situazione, rispetto ad alcune settimane fa, non accenna a migliorare, anzi: le difficoltà nell’approvvigionamento di medicinali continuano a fare sentire i loro effetti nelle farmacie, anche adesso che il picco influenzale, almeno per quanto riguarda il territorio ravennate, sembra essere stato superato. Dal Brufen al Fluimucil, passando per Tachiflu e Moment, la lista dei medicinali che scarseggiano è lunga e pochi giorni fa è stata ulteriormente ampliata dall’Agenzia italiana del farmaco, che ha inserito nell’elenco, tra gli altri, anche Efferalgan, Amoxicillina e Tachipirina.

«I lotti di produzione delle aziende vanno esauriti in un attimo - spiega Barbara Pesci, direttrice di Ravenna Farmacie - e il fatto che i cittadini siano consapevoli di queste carenze porta a una corsa ad accaparrarsi i medicinali. Un po’ come quando, durante il lockdown, era praticamente impossibile trovare lievito di birra e farina sugli scaffali dei supermercati».

Ma l’ansia che porta a fare scorte di sciroppi e pastiglie è giustificata solo in parte: la metà dei farmaci di cui scarseggiano le confezioni è infatti sostituibile con altri generici che hanno gli stessi principi attivi. Il problema vero sorge quando non è possibile reperire medicinali equivalenti a quello prescritto dal dottore.

Avventurarsi in previsioni su come evolverà la situazione è difficile, troppe le incognite con cui misurarsi. Tra le variabili, ad esempio, c’è anche l’andamento del covid in Cina e India: «La sede di molti produttori si trova in questi Paesi - osserva Pesci - e, nel caso in cui dovessero esservi reintrodotte limitazioni e nuove chiusure a contrasto della pandemia, ciò provocherebbe un rallentamento se non uno stop nella produzione». Un altro fattore determinante è rappresentato dall’impennata nei costi dei trasporti, con il prezzo del carburante di nuovo salito a livelli record: «Questo aspetto - prosegue Pesci - non incide direttamente sul costo dei medicinali, perché parliamo di farmaci i cui prezzi sono regolati dalla legge e dunque non possono aumentare. Ma se il trasporto risulta troppo oneroso dal punto di vista economico, allora il produttore, o chi importa il farmaco, sceglie di attendere che camion e navi siano completamente pieni prima di farli partire. E così le tempistiche di dilatano». Capita, quindi, che tra un rifornimento e l’altro possa intercorrere anche qualche giorno, con il rischio, per chi si ammala proprio in questo lasso di tempo, di andare in farmacia per uscire a mani vuote. Un quadro, questo, che non riguarda solo Ravenna, dove il problema è stato acuito dall’aggressività della sindrome influenzale, ma anche l’Italia e tutta l’Europa.

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