A quasi tre mesi dall’alluvione, il presidente della Provincia Michele De Pascale fa il punto insieme al delegato provinciale alle strade (il sindaco di Fusignano Nicola Pasi) sulla situazione della viabilità dopo i danni provocati dall’alluvione. Un quadro difficile, soprattutto in collina, dove gli eventi estremi di maggio «hanno anche acceso un grande riflettore sullo stato della viabilità provinciale di montagna e extraurbana». Una rete che ha subito un forte indebolimento «a causa del limbo in cui sono piovute le Province». Il riferimento è alla riforma degli enti che, mai portato a compimento, ha ridotto molto le possibilità di intervento e le risorse di queste realtà istituzionali. In collina le alluvioni si sono portate via gran parte della viabilità, a valle c’è il serio rischio che a fine estate le strade si muovano a causa del ritiro dei terreni. In pianura «la situazione è in divenire, al momento si tratta principalmente di una questione di risorse per far fronte a importanti manutenzioni. In pianura è stata data priorità al ripristino degli argini, mettendo alcune strade a disposizione dei cantieri della Regione, e ad un nodo viario nella zona di Prada tra Faenza, Russi e Ravenna».
La situazione in collina
Secondo De Pascale e Pasi, in collina la situazione è di tutt’altra portata e «va oltre la scala di intervento per cui è strutturata la Provincia». Tuttavia «i lavori fatti in questi mesi hanno comunque permesso di ripristinare gran parte della viabilità compromessa». Un’impresa che sembrava «quasi impossibile» dopo l’alluvione. «Con fiducia, priorità condivise e gioco di squadra, oltre che ad un impegno più che straordinario delle persone preposte, la situazione è progressivamente migliorata giorno dopo giorno». Pur capendo «che non sarebbe stato possibile aspettare di avere la certezza di risorse assegnate, abbiamo deciso di partire subito per non lasciare nessuno isolato, procedendo per somma urgenza, liquidando i lavori finché c’era disponibilità finanziaria, se anche accantonata per altro, e confidando in un rimborso da parte del Governo». Finora tutti gli interventi realizzati sono stati anticipati da Provincia e Comuni e i tempi di intervento sono stati dettati dalla disponibilità delle ditte e dai tempi tecnici minimi di esecuzione e in taluni casi progettazione dei lavori. «Fin qui abbiamo provveduto con le opere di somma urgenza e ben vengano le risorse annunciate in tal senso dal commissario Figliuolo. Ma si tratta di lavori di riparazione, il ripristino delle condizioni originali di piena percorribilità delle strade è la sfida dei prossimi mesi».
Il tempo intercorso tra l’alluvione e la nomina del commissario «ha sottratto mesi importanti. Anche in questo caso però non siamo stati fermi ed abbiamo affidato già da un po’ di tempo gli studi geologici necessari a progettare in modo consapevole le successive opere di ricostruzione. Vogliamo ricostruire un territorio più forte e vogliamo farlo insieme al Governo, alla Regione, ai Comuni». Aggiunge De Pascale, riprendendo il grido d’allarme dei sindacati: «Dalla premier una visita a maggio, una riunione a inizio giugno e poi il silenzio più assoluto. Se il Governo non vuole ascoltare i sindaci, che peraltro stanno parlando con una sola voce a prescindere dal territorio, dalle dimensioni del comune o dagli orientamenti politici, ascolti almeno il grido di allarme unitario di associazioni di impresa e sindacati».
I lavori
Fin dai primi sopralluoghi «si è convenuto di concentrare le azioni sulle strade di fondo valle (Brisighellese e Casolana), assi portanti delle due vallate, per questo occorreva al più presto liberarle dalle frane e proteggerne la percorrenza e le strutture stesse da nuovi smottamenti». A seguire si è intervenuti sulla Sp23 Monticino-Limisano tra Brisighella e Riolo per disporre di una strada di collegamento intermedia. Queste strade sono state riaperte alla circolazione di tutti i mezzi. Per le altre, alcune in pessime condizioni, «è stato attivato un capillare lavoro finalizzato a riaprire quelle percorrenze locali essenziali a dare accesso a tutte le abitazioni e attività che erano rimaste isolate».