Ravenna e la storiella della salvezza, Forlì che deve iniziare a fare canestro: benvenuti al derby

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Domenica, finalmente, sarà derby. Covid permettendo. Attesa per tutto il girone d’andata e poi rinviata una prima volta causa l’ennesima esplosione delle positività, la sfida Ravenna-Forlì in programma al Pala De Andrè rappresenta uno squarcio di luce tra i densissimi nuvoloni di questo inizio 2022.

Si parlerà di basket giocato e non di Green Pass, vaccini, quarantene, protocolli e altre “gravosità” del genere. Certo la lunghissima sosta (ultima partita disputata dalle romagnole … il 19 dicembre) e le situazioni contingenti al Covid (in primis l’assenza di Hayes) non danno garanzie sul tipo di spettacolo che OraSì e Unieuro potranno offrire, ma già “giocare” va considerato un grandissimo regalo. Sulla carta il pronostico pende dalla parte di Ravenna e non solo per gli imprevedibili 6 punti in più in classifica dopo 12 turni, ma anche e soprattutto per la maggior solidità dimostrata finora. Forlì finora ha vinto solo 2 volte in trasferta, l’ultima addirittura il 7 novembre a San Severo, poi ha collezionato 3 sconfitte consecutive, alcune delle quali imbarazzanti.

L’OraSì, vero, si è dovuta sciroppare tutte le feste natalizie con il peso addosso dei due ko filati (Chiusi e Scafati) e non può più raccontare in giro la storiella della salvezza anticipata, ma arriva al derby decisamente più in salute (fisica e mentale).

Senza Hayes, con Bruttini appena uscito dal Covid e Rush comunque tutto da inserire (quello messicano resta torneo di livello inferiore) la squadra di Dell’Agnello dovrà inventarsi qualcosa, magari non dovendo per forza rimettersi sempre e comunque nelle mani dell’intramontabile Giachetti. Una partita a ritmi bassi favorisce l’Unieuro? Siamo convinti che molti pensino questo e pure la logica va in tal senso, ma i derby restano partite imprevedibili e dalla logica spesso escono. Ecco, allora, che utilizzare la trazione anteriore dei vari Bolpin, Palumbo e Rush, costringendo la difesa di Ravenna a schierarsi il meno possibile, potrebbe diventare la carta vincente per l’Unieuro.

Una semplice considerazione. Forlì è partita per tentare l’assalto all’A2, quindi per vincere più partite possibile. O almeno quelle che contano. Beh, al momento ha solo il 5° attacco del girone Rosso, a 75.2 punti di media: Cantù, Scafati e Udine, ovvero le altre grandi favorite, viaggiano tutte sopra gli 80 a partita. La svolta, insomma, deve arrivare davanti e non dietro per l’Unieuro, permettendo a giocatori di talento di esprimersi più liberamente, a livello sia tattico che psicologico. Liberare la testa, allarga il canestro: difficile trovare verità più grande nella pallacanestro.

Ravenna, da parte propria, dovrà semplicemente riprendere il discorso interrotto a metà dicembre, buttando sul parquet quell’identità ben precisa costruita dallo staff tecnico. Una coppia d’americani perfetta per la categoria, il conto in banca rappresentato da Cinciarini e alcune variabili impazzite (occhio a Gazzotti e Oxilia) assegnano, lo ripetiamo, in partenza un piccolo vantaggio all’OraSì. Mai come questa volta, però, sa bello godersi il derby “prendendo” ciò che arriverà dal campo. Tutto il resto, dalle regole cervellotiche della Fip, alle furberie di chi evita partite sfruttando il Covid, passando per la libera interpretazione dei protocolli (sportivi e governativi) finanche alle infinite lamentele dei protagonisti (specie dietro la scrivania) per una situazione che tutto il mondo sta “soffrendo”, ha semplicemente stufato. Meglio lasciar parlare il basket. Molto meglio.

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