Ravenna, dopo il covid hotel arriva il "covid ospizio"

Ravenna

Dopo l’esperienza dei covid hospital arriva “l’ospizio covid”. L’Ausl ha infatti avviato la procedura per individuare una struttura residenziale da 20 posti letto per accogliere temporaneamente pazienti colpiti dal coronavirus e non autosufficienti dimessi dai reparti ospedalieri guariti dal punto di vista clinico ma non da quello virologico.

Strategia preventiva

Anziani cioè per i quali è atteso l’esito del tampone di controllo che “certifichi” il completo superamento della malattia. In questo modo l’Ausl Romagna garantirebbe loro la possibilità di essere seguiti fino al completo recupero, liberando al contempo posti letto nei reparti per poter accogliere altri contagiati che necessitano di cure.

I dettagli del piano

Una procedura riservata ai gestori di case di residenza anziani pubbliche e private accreditate, titolari di contratti di servizio in essere con la committenza pubblica, per un appalto della durata di quattro mesi eventualmente prorogabile per altri due e un importo di spesa di 734mila euro.

Manifestazione d’interesse

All’appello hanno risposto tre strutture che hanno presentato la manifestazione di interesse entro la metà di settembre, il consorzio Sol.Co. Di Ravenna, la cooperativa Società Dolce di Bologna e la Stella Assistance di Riolo Terme, con quest’ultima che non ha però poi presentato la propria offerta alla successiva procedura di gara.

Sfida a due

Valutata tutta la documentazione necessaria, sarà quindi tra le prime due strutture che l’Ausl Romagna sceglierà sulla base delle decisioni della Commissione giudicatrice nominata, chiamata ad accertare la corrispondenza delle offerte tecniche ai requisiti minimi richiesti nella documentazione di gara e quindi ad assegnare, collegialmente, i relativi punteggi previsti sulla base del capitolato tecnico in vista dell’assegnazione del bando secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo.

Sfiorata la riapertura dei reparti

L’apertura di “ospizio covid” salvaguarderebbe anche le stesse residenze per anziani evitando il rischio di focolai proprio in centri con persone avanti con gli anni e alle prese con malattie croniche, il target più fragile di fronte al virus, come avvenuto la scorsa primavera. Tanto più di fronte al rischio di una possibile ripresa dei contagi.

Se al momento in Italia non si sono registrati picchi come nel resto d’Europa, d’altra parte sussistono timori per le prossime settimane e i prossimi mesi anche alla luce della riapertura delle scuole. La memoria corre ad agosto e all’inizio di settembre quando nel Ravennate si è registrata un’impennata legata alla movida e alle vacanze all’estero. In quei frangenti sempre più persone si sono rivolte alle strutture sanitarie presentando sintomi della malattia e a poco a poco i reparti di malattie infettive hanno cominciato a riempirsi.

Si è sfiorata la riapertura dei reparti covid al “Santa Maria delle Croci”. Era anche già stata individuata la possibile data, a cavallo del 28 settembre, se fosse stato raggiunta e poi superata la prima soglia critica dell’occupazione del 70% dei posti letto disponibili. Soglia che è stata sfiorata raggiungendo il 68% prima del graduale ridimensionamento dell’impennata iniziata il 10 agosto che ha portato ad un alleggerimento della pressione ospedaliera.

Ridimensionamento che se da un lato ha fatto tirare un sospiro di sollievo, dall’altro ha indotto i vertici sanitari ad agire in via preventiva per arginare gli effetti di una ripresa dei contagi e far fronte ad una nuova fase critica dell’emergenza. La strategia dell’ospizio “covid” va esattamente in questa direzione.

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