Ravenna, Domenico Bevilacqua in concerto al Mar

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La rassegna Soundscape/Together, organizzata dall’Istituto Verdi di Ravenna, propone per oggi alle 16.30, nella Sala del Camino del Mar, un concerto del giovane pianista ravennate Domenico Bevilacqua. Diciotto anni, allievo del conservatorio ravennate, con già all’attivo il palcoscenico di Ravenna festival per l’omaggio ad Arturo Benedetti Michelangeli, Domenico Bevilacqua ha recentemente vinto il primo premio in due prestigiose competizioni: il premio “Città di Minerbio” e il premio “Stefano Marizza” di Trieste, quest’ultimo «per le notevoli capacità tecniche e interpretative, così come per le potenzialità espresse in un vasto repertorio».

Domenico Bevilacqua, cosa significano questi due premi per la sua formazione?

«Sono un punto di svolta importante: quest’anno, dopo la maturità, ho preso la decisione un po’ azzardata di non scegliere alcuna università al di fuori del conservatorio: ho deciso di concentrarmi sulla musica e queste due vittorie sono due prime soddisfazioni che mi invogliano ancora di più a concentrarmi e a dedicarmi veramente alla musica».

Come ha vissuto le esperienze a “Ravenna festival”?

«Io penso che sia cosa giusta, per chi vuole intraprendere questa strada, sin da subito cogliere ogni occasione per potersi esibire, non nel senso narcisistico dell’esibirsi, ma per mettersi alla prova. Perché, alla fine, uno ogni volta che fa una prestazione, una prova, ci prende piano piano sempre più le misure. Io ho avuto la fortuna di avere, già in giovane età, la possibilità di suonare a Ravenna festival e lì ovviamente le ossa te le fai, le aspettative sono tante e il livello richiesto è alto. L’anno scorso ero parecchio teso durante il concerto, però è così che ci si forma, che si crea la propria strada. Personalmente penso che questo sia il modo migliore per cominciare una carriera».

Quali programmi ha per proseguire la formazione?

«Sto terminando il triennio accademico al conservatorio Verdi col professor Lorenzo Cossi, studio privatamente col maestro Mauro Minguzzi e da quest’anno ho avuto l’onore di essere ammesso nella classe del maestro Boris Petrushanskij all’Accademia di Imola, pianisticamente molto rinomata».

Cosa ascolteremo nel concerto di oggi pomeriggio?

«È un concerto che ho intitolato “Sonata o fantasia”, perché nel programma troveremo, all’inizio, tre sonate di Domenico Scarlatti, poi una sonata di Beethoven, la sonata “Dante” di Liszt e gli studi di Stravinskij. L’ho chiamato così perché la sonata di Beethoven che ho scelto si intitola “Sonata quasi fantasia” e visto che stiamo parlando della fine del classicismo, questo titolo lascia intendere l’addentrarsi nel mondo della fantasia per eccellenza che è quello del romanticismo, della fantasia e del sogno. Al contrario, nella sua sonata “Dante”, Franz Liszt scrive “fantasia, quasi una sonata”. Questo brano Liszt lo compone prendendo ispirazione dal quinto canto della Divina Commedia, che ho pensato di studiare in occasione del settimo centenario dantesco. Quando ho deciso di preparare questi due brani, ho cercato subito di legarli, dal momento che hanno questo filo conduttore: la sonata, che in ambito musicale è uno schema formale di composizione, nonostante metta dei paletti al suo interno, da adito alla fantasia più totale. E Beethoven ne da dimostrazione in questa sonata, che è particolarissima per essere stata scritta ai primi dell’Ottocento. Il resto del programma si stacca leggermente da questo filo conduttore: aprirò il concerto con Scarlatti, che è un autore barocco che ha composto queste sonate molto fresche, lasciate molto alla fantasia del clavicembalista e chiuderò il programma con Stravinskij, per arrivare al Novecento».

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