Ravenna, «Discoteca fuori controllo». Ecco i motivi della chiusura

Ravenna

RAVENNA. Episodi gravi, ripetuti e frequenti, tali da considerare la discoteca Hof di Porto Fuori (l’ex Kojak) «luogo idoneo a costituire e rappresentare un pericolo per l’ordine pubblico, per la moralità e per la sicurezza dei cittadini», soprattutto dei minorenni che la frequentano. Parole dure quelle dell’ordinanza con la quale il questore Loretta Bignardi ha sospeso la licenza al titolare della Pleasure srl, la società che gestisce il locale, disponendone la chiusura per 30 giorni.

Rapine, risse e alcol

Nel documento vengono riassunti i più allarmanti interventi delle forze dell’ordine dall’inizio del 2018 alla fine dell’anno scorso, quella sera del 10 novembre 2019 in cui un giovane ha denunciato di essere stato derubato da un altro ragazzo che gli aveva spento una sigaretta sul collo per poi colpirlo con un pugno. Quella stessa sera gli agenti dell’ufficio Prevenzione generale della questura avevano assistito ad altre risse nel parcheggio denunciando sei ragazzi per ubriachezza.
Due settimane più tardi la Squadra Mobile aveva sorpreso i baristi del locale somministrare superalcolici a due ragazzi di 16 anni.

Non è la prima volta che il locale viene chiuso. Nel febbraio 2018 la licenza era saltata per 15 giorni dopo che una minorenne durante la festa dell’Epifania era stata ricoverata per un mix di alcol e droga consumati all’interno del locale. A inizio dell’anno scorso erano poi seguiti altri interventi dei carabinieri per furti e multe per violazioni dell’impatto acustico.
Il 22 dicembre scorso ancora un pestaggio. Una pattuglia delle Volanti era nuovamente intervenuta presso la discoteca, in seguito alla richiesta di un ragazzo che era stato vittima di un’aggressione davanti al guardaroba del locale; quella stessa sera, nel parcheggio, un altro avventore era stato soccorso sanguinante per l’ennesima aggressione.

Sentito il gestore

Per difendesi dalle accuse, lo scorso 13 gennaio il gestore era stato sentito in questura, producendo una memoria difensiva. Tuttavia le argomentazioni prodotte non devono avere convinto il questore. Nel provvedimento lo si accusa di non avere provveduto a «richiedere l’intervento delle forze di polizia o prestato ogni opportuna ed efficace forma di collaborazione, anche per mezzo degli addetti alla sicurezza, per evitare la degenerazione degli eventi». Da qui, «la loro ripetitività induce a ritenere che la gestione della sicurezza all’interno del locale sia inefficiente o inefficace e per tali motivi fuori controllo».
Ora il titolare potrà presentare ricorso al prefetto entro 30 giorni.

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