"Mani in bocca alla gente senza avere il titolo di odontoiatra". Ravenna, dentista abusivo a processo

Nonostante il Comune avesse revocato l’autorizzazione sanitaria per mancanza effettiva di direttore sanitario, lo studio dentistico lavorava ugualmente. Non solo, all’interno, a mettere le mani in bocca ai pazienti, era una persona che indossava il camice pur non avendo alcun titolo abilitante per esercitare in qualità di odontoiatra. Ed è per questo che in tre sono finiti a processo per esercizio abusivo della professione. Si tratta di una donna di 52 anni e due uomini di 57 e 34 anni, tutti residenti nel Padovano. I primi due si sarebbero dati il cambio, negli anni, nel ricoprire la carica di legale rappresentante del poliambulatorio, mentre il terzo sarebbe proprio colui che a Ravenna faceva il dentista senza avere alcuna abilitazione. La vicenda risale al novembre del 2018, e coinvolge uno studio parte di una catena che ha filiali in diverse città d’Italia, tra le quali Padova, da dove è partita tutta l’inchiesta. Era emerso che in tutte le strutture il legale rappresentante era sempre lo stesso, cosa vietata per legge. Scoppiato il polverone, nelle varie sedi dell’azienda erano stati disposti vari cambi dei direttori sanitari. A Ravenna, tuttavia, l’avvicendamento era risultato però in pratica solo sulla carta in quanto il direttore sanitario nominato, residente e iscritto all’Ordine di Napoli, non era mai presente nella struttura. Ausl e Comune avevano infine revocato l’autorizzazione, ma nonostante il provvedimento l’ambulatorio aveva continuato ad operare. Al termine delle indagini dei Nas, la Procura ha contestato anche l’inosservanza del provvedimento e la truffa, per due preventivi da 7.800 e 4.900 euro. Capi d’imputazione, questi, stralciati ieri in apertura del dibattimento (a difendere gli imputati gli avvocati Massimo Martini e Carlo Stradiotto), in seguito a oblazione e risarcimento del danno.

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