«Class action sull’alluvione? È un’azione contro la deontologia e lucra sulla disperazione».
Questa, in sintesi, la presa di posizione, molto netta, del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Ravenna contro i professionisti che, sui social, hanno promosso azioni «al fine di recuperare dallo Stato – si legge nella nota diffusa dall’Ordine – risarcimenti o indennizzi per i danni subiti dai recenti fenomeni alluvionali». Di qui la necessità, spiegata dalla presidente Paola Carpi di far sapere «non tanto ai nostri 850 iscritti, ma innanzitutto alla cittadinanza come non sia giusto, in un momento di grande disperazione, far passare dei messaggi che non sono corretti né dal punto di vista giuridico, né professionale – approfondisce la guida dell’Ordine ravennate -. Sentiamo il dovere nei confronti dell’utenza di dare un’informazione idonea, laddove quella scorretta potrebbe essere fonte di guai. Alcuni fanno espresso richiamo alla rabbia di chi ha perso tutto e in questa fase chi sa indicare un capro espiatorio trova facile sponda, ma è scorretto e crea false aspettative». Carpi ricorda come le sanzioni non spettino all’Ordine, ma al Consiglio distrettuale di disciplina ma assicura ai cittadini «piena disponibilità ad accogliere domande, precisazioni». Nella nota diffusa, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Ravenna comunicava infatti il proprio «dissociarsi pubblicamente da iniziative poste in essere da alcuni iscritti, anche attraverso i canali social». Elementi che sono stati oggetto di «segnalazioni, con avvocati che si sarebbero proposti di fornire prestazioni consulenziali in modo non conforme alle norme deontologiche». Iniziative che, secondo il consiglio direttivo dell’organo professionale, potrebbero «comportare condotte rilevanti anche sul piano disciplinare, se si attribuiscono alle eventuali azioni giudiziarie risultati certi o addirittura il ricevimento di “cospicue somme di denaro” – ammonisce la nota -, che nell’attuale quadro normativo paiono prive di fondamento. Inoltre tali iniziative possono dare un sinistro sapore speculativo che rischia di danneggiare l’immagine della categoria degli Avvocati, che questo Consiglio dell’Ordine intende tutelare in tutte le sedi opportune e competenti». Perché dovere dei professionisti è assicurare «una difesa rispettosa, tra l’altro, dei doveri di probità, dignità, decoro, lealtà, correttezza, competenza e di corretta informazione nei confronti della clientela – conclude il comunicato -. Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati vigilerà sulle condotte dei propri iscritti ed iscritte».