Ravenna, concordato Sirio spa, l'ex ad: "Tenuti all'oscuro"

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Non sembra poi così in discesa la strada del concordato per la Sirio spa. Fallita la Sirio Holding, società “madre” del colosso della ristorazione con sede a Ravenna, l’ex amministratore delegato Stefania Atzori interviene tramite l’avvocato Marco Moretti, mostrandosi all’oscuro dell’accordo con il gruppo Adastra, che dovrebbe portare all’aumento di capitale di 12 milioni per consentire una continuità del piano concordatario riguardante proprio la spa. Una notizia che – scrive il legale – la Atzori, socio di controllo di Sirio Holding, ha appreso «con sorpresa», lamentando che «ciò è avvenuto a sua totale insaputa nonostante la quota di maggioranza assoluta detenuta da Sirio Holding in Sirio spa».

I toni non sono concilianti. «La scelta dell’amministratore giudiziario della Sirio Spa di estromettere i soci senza neppure informarli della esclusione non solo del diritto di opzione sull’aumento di capitale, ma anche del diritto di partecipare e votare nella relativa assemblea straordinaria, risulta grave ed ingiustificata, anche per i valori del piano concordatario di Sirio spa ed i benefici che risultano concessi al nuovo socio».

Per questo, conclude la nota, «Stefania Atzori auspica che gli organi della procedura di Sirio Holding, così come gli altri soci estromessi, procedano con forza a difendere, quale proprio rilevante asset, i loro diritti e prerogative in qualità di soci della Sirio spa».

Il tracollo della Holding, dichiarata fallita con sentenza del 2 novembre scorso, non riguarda direttamente la Sirio spa e non necessariamente avrà ripercussioni sulla società in concordato. Semmai il contrario; perché lo stato della seconda, ancora operativa ma alle prese con la proposta concordataria, ha fatto sì che l’unica voce attiva della società “madre” non potesse essere considerata in un ipotetico progetto per risollevarla. E in assenza di altre potenziali risorse il destino era scontato. Per il concordato preventivo della spa è stata convocata, per il gennaio prossimo, l’adunanza dei creditori che, secondo quanto dichiarato su queste colonne dall’amministratore giudiziario Fausto Maroncelli, dovrebbe portare «all’approvazione della proposta e quindi alla successiva omologa del concordato».

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