Ravenna, conclusa la bonifica della valle. "Futuro non nella pesca"

La maggior parte erano ruderi, tra costruzioni fatiscenti come attracchi e ricoveri occasionali per le chiatte dei pescatori. C’era pure una roulotte usata come spogliatoio. Tutto demolito o rimosso. E ora si attende che Hera porti via macerie e rifiuti. Ma tra i manufatti considerati abusivi, nella pialassa Baiona rimangono ancora quelli posti sotto sequestro dall’autorità giudiziaria; fra tutti (ma non è l’unico) il pontone galleggiante al quale la polizia locale ha messo i sigilli un anno fa. Con il sopralluogo di ieri, terminano così i 25 giorni di stop assoluto alla pesca nella valle, e così anche il presidio 24 ore su 24 su tutta l’area. Dal 6 luglio scorso l’ordinanza del sindaco ha ha dato il via alla bonifica del bacino, un intervento non solo finalizzato a ripulire la zona d’interesse naturalistico che comprende lo specchio d’acqua a nord di Ravenna; il comandante della polizia locale, Andrea Giacomini, parla anche di «un esperimento» per sondare quella che potrebbe essere (tolti alcuni specifici casi) la futura ed esclusiva vocazione turistica della pialassa.

Un futuro senza pesca

«Da domani ( oggi, ndr) finiranno i servizi - spiega Giacomini - e non ci aspettiamo certo di avere debellato il fenomeno del bracconaggio ittico. Da questa esperienza prenderemo la ricetta per decidere come muoverci in futuro, diciamo che è stato un ottimo banco di prova che ha dato i suoi frutti». Un’esperienza che per il comandante della polizia locale potrà influire nell’elaborazione del nuovo regolamento per gli usi civici. Si tratta cioè del permesso di pesca nella pialassa, riservato a chi possiede non solo la licenza, ma che è residente nel comune da almeno tre anni. In tutto sono circa 600 i titolari, tra capannisti e vongolari, che vantano autorizzazioni di tipo professionale e dilettantistico. Di fatto, potranno ritornare a pescare ad agosto, concentrandosi sulla fauna ittica offerta dalla pialassa, principalmente composta da vongole, anguille, gamberi e acquadelle. Capannisti a parte, sono gli altri pescatori (in gran parte vongolari) che potrebbero trovarsi di fronte a un regolamento molto più restrittivo: «Si dovrà chiarire ancora meglio che è consentita la pesca per la propria sussistenza - puntualizza Giacomini - eliminando l’attuale esercizio in forma aggregata, che dà margini molto ampi che si conciliano con la commercializzazione del prodotto ittico». In altre parole, nell’idea del Comune, si potrà pescare «per consumare un eccellente piatto di vongole, non per rivendere il pesce che è dei ravennati e lo devono difendere da usurpazioni indebite».

Da pescatori a operatori turistici

Una linea che durante le scorse settimane aveva sollevato i mal di pancia di alcuni fra i pescatori autorizzati. «Ho intenzione di parlare in maniera molto chiara con loro - aggiunge Giacomini -. Bisognerà riconsiderare i loro impieghi con il Comune. La valle non è un ammortizzatore sociale». Il comandante si sbilancia anche su possibili impieghi alternativi qualora arrivasse un categorico giro di vite in vista di una valorizzazione turistica dell’area: «Per condurre sito di interesse culturale e naturalistico, servono nuovi operatori. Sono tanti i progetti che si possono considerare, perché non pensare a una vita lavorativa anche migliore per futuro di chi finora ha fatto dell’uso civico una fonte di sostentamento».

Radar per presidiare l’area

Da oggi terminerà anche il presidio 24 ore su 24, e i controlli torneranno a essere quelli pre-ordinanza, con la polizia provinciale, la polizia locale, i carabinieri forestali e la guardia di finanza. Ma è proprio con il nuovo regolamento che le cose potrebbero cambiare. Giacomini non nasconde le difficoltà legate a una sorveglianza massiva come quella garantita nei 25 giorni appena trascorsi: «Servono operatori otto ore al giorno per coprire tre turni. Ma date le caratteristiche della zona, la legge consente anche la possibilità di delegare la vigilanza a istituti privati». Anche la tecnologia potrebbe aiutare: «Il radar - spiega il dirigente della polizia locale - consente di verificare la presenza di imbarcazioni nello specchio d’acqua, ed è utile soprattutto di notte».

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