Ravenna. Commemorazione del gerarca: il giudice riapre il caso

Non è ancora finita la partita che riguarda le celebrazioni del gerarca Ettore Muti al cimitero di Ravenna. La pratica, dal punto di vista penale, era stata archiviata su richiesta del pm. La Consulta provinciale antifascista si era opposta all’archiviazione e il giudice Federica Lipovscek ha disposto la nullità del decreto, restituendo gli atti al Gip. Si ritorna quindi di fronte al giudice per le indagini preliminari e ora il fascicolo potrebbe anche prendere una strada diversa rispetto all’archiviazione richiesta dal pubblico ministero. La Consulta, con il presidente Carlo Boldrini e il vicepresidente Andrea Maestri, esulta e parla di una «Vittoria dell’antifascismo ravennate ma la battaglia per il rispetto della Costituzione e delle leggi della Repubblica non è finita. Nella nuova udienza che sarà fissata, la Consulta Provinciale Antifascista di Ravenna insisterà per l’incriminazione dei neofascisti, anche alla luce della recente sentenza della Cassazione che sancisce come apologia del fascismo la chiamata del presente (con o senza contorno di saluti romani)». Si tratta della seconda vittoria giudiziaria contro i militanti di estrema destra. Un paio di settimane fa se ne era registrata una davanti al giudice di pace che aveva invece confermato la contravvenzione – per violazione delle norme legate al regolamento cimiteriale – per uno dei militanti. L’uomo si era infatti opposto utilizzando come argomento anche l’archiviazione del procedimento a proprio carico decisa in sede penale. Archiviazione che ora è stata cancellata. Ma in ogni caso il giudice di pace aveva spiegato come i due ambiti – quello della sanzione contestata dai vigili e quello della giustizia penale – fossero comunque separati.

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