Ravenna, le cause per l'eredità erano una farsa. Avvocato a processo

Ravenna

RAVENNA. Per anni hanno firmato documenti, procure speciali, visionato atti di contenziosi legali, presentandosi anche agli appuntamenti fissati in tribunale, facendo tutto ciò che il legale che avevano nominato per tutelarli aveva consigliato loro per vincere le cause che avevano intentato. Non sapevano che in realtà nessuna di quelle pratiche spacciate per reali dal difensore sarebbe mai stata notificata né depositata. Quando se ne sono accorti era ormai troppo tardi; le battaglie per rivendicare i propri diritti su lasciti ereditari di varia natura erano andate ormai perse o prescritte. Così si sono rivalsi su chi erano convinti che li stesse rappresentando davanti al giudice: cioè l’avvocato, un professionista lughese cinquantenne con studio a Ravenna, che è finito ieri al banco degli imputati con l’accusa di infedele patrocinio. Due i procedimenti nei suoi confronti, per un totale di quattro persone costituitesi parte civile e due diversi fascicoli che ieri sono stati riuniti in un unico processo dal giudice Roberta Bailetti.

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