Ravenna, "Cari elettori, mi hanno pignorato i mobili di casa"

«Cari elettori, mi hanno pignorato i mobili di casa. Non i miei, ma quelli di mia moglie, perché io per scelta di vita non posseggo nulla». Da candidato sindaco, Alessandro Bongarzone fa outing, “bruciando” «i canali scandalistici che tanto piacciono alla stampa locale». Il rappresentante di Pci e Rifondazione Comunista (alleati alle prossime elezioni sotto la lista Comunisti Uniti) rivela una delle prime conseguenze del processo civile che lo scorso gennaio lo ha visto condannato in primo grado per diffamazione ai danni di due magistrati di Ravenna. Pochi giorni fa l’ufficiale giudiziario ha notificato il provvedimento preso dal tribunale di Ancona (competente alla luce delle parti coinvolte): masserizie e mobilio pignorati, «per un valore stimato di 1.650 euro». Esecuzione che il 62enne d’origine romana ha deciso di sfruttare per divulgare i propri redditi. «Credo di essere l’unico ad averli messi in piazza», dice: 6.999 euro da giornalista, 26 euro da una casa ereditata. “Colpa” - così lascia intendere - di quella bega legale iniziata nel 2017. «Mi reputo un cittadino modello, e siccome sono candidato sindaco, prima che qualcuno tiri fuori questa vicenda voglio essere io a spiegarla. Chi non conosce i fatti potrebbe pensare male. Vorrei non ci fossero segreti tra me e i cittadini. La trasparenza prima di tutto».

L’intervista integrale sull’edizione di sabato 31 luglio del Corriere Romagna

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