Ravenna, carabiniere si toglie la vita. Il sindacato: "Suicidi, una piaga infinita"

Cesena

Un carabiniere ravennate di 53 anni si è tolto la vita tra sabato e domenica nella sua abitazione con la pistola d’ordinanza. E’ una notizia tragica quella che dalle prime ore di ieri mattina ha scosso gli appartenenti all’Arma. La vittima era padre di due figli e come carabiniere aveva prestato per anni servizio sulle pattuglie del “Radiomobile” di Ravenna, uno dei reparti più a contatto con i cittadini a cui è riservato il compito rischioso e delicato del primo intervento in strada in caso di emergenza. A dare notizia della tragedia è stato ieri Massimiliano Zetti, segretario generale del Nuovo Sindacato Carabinieri (Nsc): «È il primo suicidio del 2022 nell'Arma dei Carabinieri e la notizia ci riempie di dolore. Le vicende disciplinari che stava attraversando questo collega connesse al servizio erano già seguite da tempo dai nostri dirigenti sindacali locali. Faremo di tutto per verificare e accertare le ragioni che hanno portato a questo gesto estremo, collaborando con le Autorità competenti. Il collega - ha aggiunto il segretario Zetti - lascia due figli. Staremo vicini alla famiglia colpita da questo immenso dolore. Quella dei suicidi è una piaga infinita che non conosce gradi e gerarchia e che l'anno scorso ha contato 23 morti. Non si può - insiste Zetti - continuare a tacere queste notizie e non si può trattare questo argomento come un tabù. Abbiamo chiesto decine di volte di partecipare ai tavoli tecnici dai quali puntualmente siamo esclusi. Abbiamo finito le parole. Il Nuovo Sindacato Carabinieri ha chiesto un incontro immediato con il Comandante Generale dell'Arma Teo Luzi ma non abbiamo avuto risposta». Stando a quanto trapelato il 53enne che si è tolto la vita era stato da poche settimane destinato al Comando di Forlì, dopo anni passati in servizio a Ravenna. La decisione era stata presa anche alla luce di alcuni procedimenti disciplinari incardinati nei suoi confronti per fatti, non riguardanti direttamente il servizio, ai quali si riteneva del tutto estraneo. Fatti sui quali ora non si potrà ovviamente più avere una sentenza ma che - commenta chi gli è stato vicino - lo avevano turbato aggravando un quadro psicologico già intaccato da problemi familiari.

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