Ravenna, calo di produzione alla Marcegaglia: il sindacato Usb non firma

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 Sindacati di base 'agitati' per il calo produttivo del gruppo Marcegaglia a Ravenna. Nell'incontro di lunedì scorso, la direzione aziendale ha illustrato "uno scenario critico, a causa di un fermo degli acquisti da parte dei clienti, e oggi si stanno evadendo ordini arretrati". Tuttavia, si prevedono "fermate tra la fine di ottobre e inizio novembre, ed entro la fine di dicembre", per un minimo di 80 ore di stop fino a un massimo di 120, a seconda dei reparti. Sta di fatto che per il futuro, "l'azienda non esclude un possibile ricorso alla Cigo se la situazione non dovesse migliorare dicendosi, sin da subito, indisponibile ad una discussione sull'integrazione salariale" e sulla maturazione di tutti i ratei.

In questo clima, martedì si sono svolte le assemblee dei lavoratori e l'esito è stato discordante, tra chi era favorevole all'utilizzo del monte ore e chi invece era contrario, e mercoledì le parti si sono ritrovate per firmare l'accordo. "Come Usb, seppur disponibili a trovare una soluzione in tal senso, abbiamo ritenuto eccessiva - si legge in una nota del sindacato di base, che dunque non ha firmato l'accordo - la richiesta di utilizzo di un monte ore così elevato che risulterebbe in futuro difficilmente recuperabile da parte di quei lavoratori che andranno in negativo oltre al fatto che al danno si potrebbe aggiungere la beffa con il ricorso alla cassa integrazione ad inizio prossimo anno. Valutazione che le sigle sindacali firmatarie, a nostro avviso, non hanno tenuto ben in considerazione proprio alla luce dei fatti accaduti in passato nella stessa Marcegaglia", gruppo che, nel 2021, "ha raggiunto il fatturato storico di 7,5 miliardi di euro con utili elevatissimi per il gruppo", ricorda la sigla.

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