Ravenna, Cagnoni in lacrime: «E se fossi io l’assassino?»

A comunicargli che era stato condannato per la seconda volta al carcere a vita è stata la direttrice in persona. Poche parole, poi Matteo Cagnoni è crollato. Un pianto che lo avrebbe accompagnato a lungo nella sua notte più nera, prima dell’incontro con il suo avvocato, Gabriele Bordoni, che ieri è stato a colloquio per circa due ore con il dermatologo condannato anche in appello come unico responsabile del brutale massacro della moglie Giulia Ballestri, uccisa a bastonate nella sua villa di famiglia come terribile appendice di un matrimonio finito.
Ma in quel colloquio, come conferma e rivela il suo legale, ci sarebbe stato qualcosa di nuovo. Cagnoni, in sostanza, per la prima volta avrebbe avanzato al suo stesso legale il dubbio di essere lui l’assassino.
«Avvocato - ha detto Cagnoni - ma se fossi stato davvero io?».
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